Di sicuro non ci vado. Io in barca non vado.
Non so nemmeno esattamente cosa sia una barca. Mio zio Tillo, che ne sa molto
più di me perché è parecchio più grande, una volta mi ha detto di averne viste
molte al porto quando andava girovagando per i giardini. In realtà lui non è un
vero e proprio zio, ma lo chiamo così perché me l’ha insegnato la mia mamma.
Anche lei non è una vera e propria mamma, ma quando mi parla, mi accarezza e mi
dice io la guardo a mia volta, la
annuso e allora le mordo il mento. Perché io mordo anche un po’: sì, perché
sono una gatta.
Io in barca non vado. Mio marito è il solito
fesso che si è lasciato abbindolare ancora una volta dal suo amico Gianfranco,
noto skipper furbetto e forse anche qualcos’altro. Si parla di lui come di un
grande amatore, festaiolo e molto simpatico che però è stato implicato in un traffico strano e ne
è uscito con l’aiuto di un avvocato par suo. O almeno questo è quello che si
dice e sapete come sono le chiacchiere nei piccoli centri. Fra l’altro soffro
il mare anzi, per essere precisi, soffro qualunque semovente che non guidi io.
Le isole greche poi! Meltemi da mal di testa assicurato, onde e nausea. ho chiesto e lui
Io so cos’è una barca, ma non ci vado. Li ho
sentiti in salotto. Lui diceva . Ma vogliamo
scherzare? Le ho viste le barche. Quando attraversavo la strada per andare in
quell’enorme cortile dimesso, a volte mi spingevo un po’ più in là a guardare
quelle cose che si muovevano e nessuno
riusciva a fermare. Insomma io sono Tillo, sono un gatto, non gradisco l’acqua
e in barca non vado. Piuttosto sparisco come ho già fatto altre volte quand’ero
giovane.
Io vado in barca con Gianfranco. Al mare da noi
non vado perché la nostra spiaggia fa schifo e hai voglia a dire che è la
meglio servita di tutta la costa! Se mia moglie non vuole venire mi aspetterà a
casa come Penelope. Mi dispiace un po’ se lei non viene: magari proverò a fare
un altro tentativo questa sera.
Il sole che filtra attraverso la serranda mi
sveglia e subito mi assale l’ansia: devo preparare i bagagli, mettere nelle
sacchi i costumi e gli asciugamani, comperare le provviste per la barca,
stivare tutto. Dio, e i gatti? Ah sì, la mia amica Teresa si presterà ad
accudirli. Mio marito ha tanto insistito che alla fine ho ceduto: partiremo. Ma
che giorno è oggi?. Quanto manca? Mi alzo e sento freddo. Come mai? Vado alla
finestra e fuori mi appare uno spettacolo magico: tutto è coperto di neve. Mi
assale un dubbio, torno in camera e vedo
tre sagome: una è mio marito che ronfa. E i gatti anche.
Carla Forti
Mi piace sempre molto quando sono gli animali a parlare. E Carla è riuscita a dare voce ai gatti con molta abilità e ironia. Si vede da questi particolari che è abituata a trattare con questi animali intelligentissimi e sensibili.
RispondiEliminaHo anche io una gatta... e dubito che sarebbe disposta a salire sopra una barca! :D
Una lettura molto piacevole e divertente, Carla, brava.
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