Benvenuti in Letteratura e dintorni!

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Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


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domenica 6 maggio 2012

IL TEMPO DI UNO SGUARDO - di Barbara Pesaresi




Be bop a lula... Mmmmm... Avrei voglia di stiracchiarmi un po'. Uffa, prevedo una giornatina pesante. Sono soltanto le otto del mattino e già si boccheggia. D'altra parte siamo in luglio mica in dicembre, siamo a Rimini non al Polo Nord, pertanto inutile lamentarsi.
Che ha quella vecchia da fissarmi così insistentemente? Mi si è piazzata davanti a strizzare gli occhi, arricciare il naso e mostrare la dentiera. Nonna, per te posso essere soltanto un nebbioso ricordo. Forse le sta tornando alla mente quando il pancione l'ha avuto lei. Certo che ai suoi tempi sicuramente non lo si esibiva così. Anzi, più la pancia si ingrossava e più ci si nascondeva in casa. Eh, sì, nonna, i tempi sono cambiati. In meglio? Mah, non saprei proprio. Ecco, se ne va scuotendo la testa. Va beh, non si può piacere a tutti.

Be bop a lula... Non riesco a togliermi dalla testa questo motivetto. Dev'essere stato stanotte, quando da una macchina parcheggiata poco distante usciva questa canzone a tutto volume. Mi ha bombardato per un'ora buona.
E questa che mi guarda con occhi velati di struggente malinconia? Spiacente, ragazza mia, tempo scaduto. Alla tua età posso soltanto essere un rimpianto. Abbassi la testa per non far vedere il ciglio tremulo. Dovevi pensarci prima, figlia mia, adesso è tardi. Dai, su, non fare così. Asciugati pure gli occhi, puoi sempre dare la colpa al caldo che te li appiccica. Tranquilla, non c'è bisogno che ti guardi attorno con aria furtiva e vergognosa, tanto nessuno bada a te, talmente vanno di fretta tutti quanti. Stare nei pressi della stazione è divertente, vedi sempre un sacco di gente e non ti annoi.
E guardali questi due, che teneri! Mi stanno guardando con una dolcezza disarmante. Mi sa che tra i loro progetti c'è un bel pancione. Buona fortuna, amici miei, e buona vita. Almeno finché dura.
Questi due invece non me la danno a bere. Lei rallenta, gli stringe il braccio e mi indica con un movimento impercettibile del mento, mentre appoggia il capo sulla sua spalla. Caruccia! Lui fa finta di niente e accelera. Io non so cosa t'avesse dato a intendere, bimba, ma qualcosa mi dice che ha cambiato idea. Mia cara, pure tu, come me, hai i giorni contati, l'altra incombe come un temporale.
Tu, invece, con l'abito grigio perla in fresco di lana, da professionista con studio in centro, non me la dai a bere . A te non importa niente di me, della maternità e via dicendo. Ma che fai, una foto col cellulare? Sei soltanto un depravato, uno di quelli che se vedono una donna, ma va bene anche soltanto un pezzo, non perdono occasione per immaginare scenari porno, insomma roba da sesso estremo. Sciò, sciò, alla larga. Gli uomini! Stanotte uno mi si è incollato addosso, si è aperto la patta dei pantaloni e ha cominciato a smanettarsi. Roba da matti!
Però, guarda quella sul marciapiede di fronte, pantaloni a vita bassa e top. Niente pancia, spianata come una sogliola. Eh, cara mia, anche io prima ero così. E non mi guardare con quell'aria spocchiosa, perché appena finisco mi rimetto in forma. Tanto ci lega lo stesso destino, un'occhiata distratta e via, duriamo il tempo di uno sguardo. Bella mia, penserai mica che qualcuno ti dedicherà una poesia d'amore o ti porterà delle rose rosse? Naaaaa!
Però, adesso che mi ci fai pensare, è stata scritta una canzone su di noi. Come faceva? Dunque... Ah, sì, ecco:«Un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia" c'è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via... di andare lontano lontano andare lontano lontano...». Giusto, Claudio Baglioni.
Ma chi sogna più? Una volta si sognava, adesso al massimo si desidera e i desideri sono come i parenti poveri, quelli di cui ti ricordi a Natale per regalargli un panettone del discount, e ti senti pure generoso.
Chi mi ha messo qui lo ha fatto per far riflettere sulla maternità e meditare sul suo mistero? Ma va' là! Mi ha messo qui per vendere polizze assicurative: «Pensa al suo futuro». E chi si ferma lo fa soltanto per segnarsi il numero verde.
Pure su di te, bellona, che sogni credi che facciano? Di rapirti e portarti in un'isola deserta? Di vivere una intensa storia d'amore? Lascia stare, non ti illudere, desiderano soltanto toglierti i jeans che reclamizzi, una botta e via, arrivederci e grazie, è stato un piacere. Che ci vuoi fare, così va il mondo.
Oh, ecco che arriva. Chissà a chi toccherà oggi. Viene da questa parte, quindi tocca a me. Vediamo un po' cosa mi appiccicherà sopra. Per oggi tu sei salva, miss.
Slash slash slash... Ehi, sta' attento con tutta 'sta colla, può essere tossica per il bambino. Che hai di nuovo? Fa' vedere. Tende, tende parasole. Giusto, con 'sto caldo è quello che ci vuole. Tempo scaduto, siori e siore. Be bop a lula...



3 commenti:

  1. Strepitoso! Fino all'ultimo mi sono chiesta dove volessi andare a parare. :-)
    Piacevolissimo l'effetto della descrizione della folla... chi va, chi viene, i personaggi con i loro tic. Confesso che lo faccio anche io, quando sono in stazione. Ma l'effetto finale è davvero strepitoso. No, non avrei mai immaginato COSA potesse rappresentare la voce narrante. Brava, Barbara... se il tuo obiettivo era il finale a sorpresa, nel mio caso ci sei riuscita alla grande.

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  2. Grazie, Francesca, troppobbuona :-)

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  3. Molto, molto carino! Ma lo avevamo letto? Io non me lo ricordavo...

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