(da
un articolo di Cesare Pavese del 12 marzo 1950, comparso su l'Unità
di Torino, riportato nell'introduzione, a cura di Fernanda Pivano, di
"Edgar Lee Masters – Antologia di Spoon River – ed. Gli
Struzzi, Einaudi, 1971).
«Lee Masters guardò
spietatamente alla "piccola America" del suo tempo e la
giudicò e rappresentò in una formicolante commedia umana dove i
vizi e il valore di ciascuno germogliano sul terreno assetato e
corrotto di una società, la cui involuzione è soltanto il caso più
clamoroso e tragico di una generale involuzione di tutto l'Occidente.
Per questo le spettrali, dolenti, terribili, sarcastiche voci di
Spoon River ci hanno tutti commossi e toccati a fondo. È la voce di
una società che non pensa più "in universali". Disse Lee
Masters a un giornalista: "Ogni due o tre anni ho fino a poco
tempo fa riletto tutte le tragedie greche. La civiltà dei Greci fu
la grande meraviglia del mondo. Essi pensavano in universali. Così i
drammaturghi elisabettiani..."
Pensare in
universali significa far parte di una società dove non siano, come
credono gli sciocchi, aboliti il dolore, l'angoscia spirituale o
fisica, la problematicità della vita, ma esistano gli strumenti per
condurre una comune concorde lotta contro il dolore, la miseria, la
morte. E Lee Masters testimonia con l'Antologia che la società
in cui si è trovato a vivere manca di questi strumenti, di questi
"universali" - in altre parole ch'essa ha perso il senso e
la guida dei suoi atti. Di qui le futile e atroci tragedie che hanno
riempito il cimitero sulla collina»
***
Da EDGAR LEE
MASTERS – ANTOLOGIA DI SPOON RIVER – ed. Gli Struzzi, Einaudi
Traduzione di
Fernanda Pivano
George Gray
Molte volte ho
studiato
la lapide che mi
hanno scolpito:
una barca con vele
ammainate, in un porto.
In realtà non è
questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi
si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò
alla mia porta e io ebbi paura;
l'ambizione mi
chiamò ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo
fame di un significato nella vita.
E adesso so che
bisogna alzare le vele
e prendere i venti
del destino,
dovunque spingano la
barca.
Dare un senso alla
vita può condurre a follia
ma una vita senza
senso è una tortura
dell'inquietudine e
del vano desiderio -
è una barca che
anela al mare eppure lo teme.
***
Francis Turner
Io non potevo
correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo,
potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere -
perché la
scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un
segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di
acacie,
di catalpe e di
pergole addolcite da viti -
là, in quel
pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
mentre la baciavo
con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso
mi fuggì.
***
L'ignoto
Voi anime piene di
aspirazioni, ascoltate la storia dell'ignoto
che giace qui, senza
lapide a segnarne il luogo.
Da ragazzo,
temerario e stordito,
mentre bighellonavo
con un fucile in mano per la foresta
vicino alla fattoria
di Aaron Hartfield,
sparai su un falcone
appollaiato sulla cima
di un albero morto.
Esso cadde con un
grido gutturale
ai miei piedi,
un'ala spezzata.
Poi lo misi in una
gabbia
e qui visse molti
giorni gracchiando rabbiosamente contro di me
quando gli offrivo
del cibo.
Ogni giorno io cerco
nei regni dell'Ade
l'anima del falcone,
per potergli offrire
l'amicizia
di uno che la vita
ha ferito e messo in gabbia.
Nessun commento:
Posta un commento