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martedì 22 novembre 2011

Riflessioni su Spoon River - suggerito da Barbara


(da un articolo di Cesare Pavese del 12 marzo 1950, comparso su l'Unità di Torino, riportato nell'introduzione, a cura di Fernanda Pivano, di "Edgar Lee Masters – Antologia di Spoon River – ed. Gli Struzzi, Einaudi, 1971).

«Lee Masters guardò spietatamente alla "piccola America" del suo tempo e la giudicò e rappresentò in una formicolante commedia umana dove i vizi e il valore di ciascuno germogliano sul terreno assetato e corrotto di una società, la cui involuzione è soltanto il caso più clamoroso e tragico di una generale involuzione di tutto l'Occidente. Per questo le spettrali, dolenti, terribili, sarcastiche voci di Spoon River ci hanno tutti commossi e toccati a fondo. È la voce di una società che non pensa più "in universali". Disse Lee Masters a un giornalista: "Ogni due o tre anni ho fino a poco tempo fa riletto tutte le tragedie greche. La civiltà dei Greci fu la grande meraviglia del mondo. Essi pensavano in universali. Così i drammaturghi elisabettiani..."

Pensare in universali significa far parte di una società dove non siano, come credono gli sciocchi, aboliti il dolore, l'angoscia spirituale o fisica, la problematicità della vita, ma esistano gli strumenti per condurre una comune concorde lotta contro il dolore, la miseria, la morte. E Lee Masters testimonia con l'Antologia che la società in cui si è trovato a vivere manca di questi strumenti, di questi "universali" - in altre parole ch'essa ha perso il senso e la guida dei suoi atti. Di qui le futile e atroci tragedie che hanno riempito il cimitero sulla collina»

***
Da EDGAR LEE MASTERS – ANTOLOGIA DI SPOON RIVER – ed. Gli Struzzi, Einaudi
Traduzione di Fernanda Pivano

George Gray

Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta e io ebbi paura;
l'ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è una tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio -
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

***
Francis Turner

Io non potevo correre né giocare
quand'ero ragazzo.
Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
non bere -
perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
Eppure giaccio qui
blandito da un segreto che solo Mary conosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole addolcite da viti -
là, in quel pomeriggio di giugno
al fianco di Mary -
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
l'anima d'improvviso mi fuggì.

***
L'ignoto

Voi anime piene di aspirazioni, ascoltate la storia dell'ignoto
che giace qui, senza lapide a segnarne il luogo.
Da ragazzo, temerario e stordito,
mentre bighellonavo con un fucile in mano per la foresta
vicino alla fattoria di Aaron Hartfield,
sparai su un falcone appollaiato sulla cima
di un albero morto.
Esso cadde con un grido gutturale
ai miei piedi, un'ala spezzata.
Poi lo misi in una gabbia
e qui visse molti giorni gracchiando rabbiosamente contro di me
quando gli offrivo del cibo.
Ogni giorno io cerco nei regni dell'Ade
l'anima del falcone,
per potergli offrire l'amicizia
di uno che la vita ha ferito e messo in gabbia.

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