di Francesca Mairani
Ho
conosciuto Eugenio Saguatti in un modo che, da qualche anno a questa
parte, sta diventando abbastanza usuale. Entrambi contatti di una
comune amica, abbiamo iniziato a chiacchierare sulla sua bacheca di
facebook, finendo per chiederci a nostra volta l’amicizia.
Così,
fra un post e l’altro, è saltato fuori il suo “terribile
segreto”: Eugenio non solo aveva scritto un romanzo… ma era
addirittura riuscito a pubblicarlo!
La
curiosità era tale che, nonostante il parere contrario dell’autore,
mi sono precipitata in libreria a ordinarlo e, tempo una settimana,
tenevo “Caos a Qasrabad” fra le mani.
Premetto che il genere Fantasy è quello che frequento meno in assoluto: dopo la lettura della trilogia di Tolkien, tutto mi è sembrato uno “scoppiazzaticcio” privo di interesse. Autori anche molto quotati del genere, come Marion Zimmer Bradley o Terry Brooks, mi hanno sempre lasciata indifferente. Il romanzo di Eugenio, invece, è un Fantasy molto particolare: ci sono sì elfi, maghi, goblin e troll, secondo la cosmogonia classica del genere, ma ha un impianto decisamente “giallo”. C’è una serie di omicidi. C’è un investigatore. Ci sono gli indiziati. C’è un’indagine che si svolge fra speculazioni mentali e colpi di scena, in un susseguirsi di eventi dove, di volta in volta, le prospettive vengono mutate.
La
scrittura di Eugenio è molto scorrevole ma niente affatto banale,
adatta sia ad un giovane pubblico – il Fantasy ha molti estimatori
fra gli adolescenti – ma anche a lettori più smaliziati. I
personaggi sono ben rispondenti agli stereotipi classici della
“razze” di appartenenza, ma con sfumature che li rendono più
vivi e vicini a noi.
Chi
avrebbe mai pensato, per sempio, che un elfo chierico fosse così
testardo nel voler risolvere i misteri usando solo la sua
razionalità, o che un mago del caos avesse un senso dell’umorismo
così sottile!
L’ironia
è come un filo rosso che attraversa tutto il romanzo. Nessuno fra i
protagonisti sembra prendersi – o essere preso – troppo sul
serio. Persino l’intervento di un Dio, che non è sicuramente cosa
da poco, avviene all’insegna di un divertimento di fondo.
D’altra
parte Eugenio E’ una persona profondamente ironica. Basti pensare a
come presenta se stesso nella quarta di copertina. “[…] Per lungo
tempo tenta di mettere la testa a posto e di dimenticare la
scrittura. Non ci riesce. Decide allora di rimettere mano a un
vecchio manoscritto accantonato e, per una volta, di provarci
seriamente. Ne è uscito Caos
a Qasrabad,
il suo primo romanzo. Attualmente sbarcatore di lunario
professionista, paga i conti con lavoretti da grafico, fotografo,
verniciatore di ringhiere”.
Consiglio
la lettura a tutti gli amanti del Fantasy, che potrebbero trovare
spunti interessanti per avvicinarsi al genere giallo. E agli amanti
del giallo, che potranno apprezzare l’ambientazione per loro del
tutto originale.
Premesso che amo il fantasy, ma che ho bisogno di avere la mente libera per leggerlo e quindi ci penserò quest'estate, trovo che l'inizio della tua recensione risponda anche, in modo indiretto, all'altro dibattito che avevo avviato riguardo alle possibilità per gli scrittori di farsi conoscere oggi: anche facebook è un canale!
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