Però, ci sono proprio tutti! Sono sincero, non
me lo sarei aspettato. E’ vero che i funerali richiamano molto
gente… ma per la Gorgone non pensavo si sarebbero scomodati in
tanti. Persino i cugini di Bergamo sono arrivati. Ecco di chi era il
Porsche Cayenne parcheggiato fuori dalla chiesa. Lei è identica a
come la ricordavo: bionda, secca, sorriso equino. Deve averci dato
dentro con il botulino perché sono passati almeno quindici anni
dall’ultima volta e lei non ha neppure una ruga. In effetti ha
un’espressione un po’ rigida; sembra una bambola di cera. Lui è
ingrassato, invece. Si guadagna bene con lo spurgo pozzi neri. Chissà
come mai sono venuti anche loro. Tiziana diceva sempre che sua madre
e zio Alvaro non erano mai andati d’accordo. Forse volevano essere
sicuri che fosse morta davvero.
Ed
eccola lì la Gorgone, nella sua bella bara di noce con i fregi e i
maniglioni di ottone. Scommetto che se la è scelta lei quando era
ancora in vita. Figurarsi: lasciare decidere qualcosa a qualcuno.
Roba che le rifilavano una bara discreta e elegante!
A
ben pensarci, con Tiziana il rischio non lo correva. L’importante è
far sapere che ci si può permettere quanto di più lussuoso. Polvere
siamo e polvere ritorneremo. Ma con classe, perdio!
Oh
oh… Maurizio mi ha visto. Accidenti, mi saluta perfino! Caro ex
cognato, lo sai che questo gesto ti costerà la riprovazione del
parentado. Sì che lo sai, e infatti sei stato ben attento a non
farti scorgere da tua moglie. Scommetto che si sta chiedendo cosa ci
faccio io qui. Cinque anni che ho divorziato da Tiziana e non ho mai
avuto nessun contatto con la famiglia. Cinque anni di silenzio
assoluto. Con reciproca soddisfazione, devo ammettere.
E
adesso mi presento come se niente fosse al funerale della mia ex
suocera.
Sono
venuto a rendere onore a un nemico valoroso. Perché se non fosse
stato per la Gorgone, per il suo disprezzo, forse non avrei mai avuto
il coraggio di lasciare Tiziana. L’unica scelta veramente saggia
che abbia fatto in tutta la mia vita.
Eccola,
Tiziana. E’ ancora bella. Ha i capelli più corti, però. Non le
donano affatto: le induriscono i lineamenti. Con quell’espressione,
farebbe tremare i polsi ad un generale delle SS.
Quando
eri la mia Titti, i capelli li portavi lunghi, sciolti sulle spalle.
Quei capelli setosi. Quelle spalle magre. E sorridevi, sorridevi
tanto che ti si incendiavano gli occhi di lucine dorate.
Ma
la mia Titti lo sei stata per poco, Tiziana. E’ bastato sposarci,
per fare finire l’incanto. Allora i capelli sono stati raccolti e
le spalle si sono coperte di muscoli tesi. E di lucine negli occhi
non se ne sono più viste.
Disapprovavi
tutto, Tiziana. Quello che ero, quello che facevo, quello che sognavo
di realizzare. Ti sentivi insoddisfatta e la Gorgone gettava benzina
sul fuoco. Perché mi ostinavo con i miei assurdi progetti? Di quel
passo non avrei mai potuto diventare ricco, regalarti la pelliccia,
comprare la mercedes. Una mancanza veramente riprovevole. Si è mai
visto un medico senza mercedes?
Sì,
si è visto. Sono passati cinque anni, e io ho ancora la mia vecchia
citroen. E’ solo un vezzo: con quello che guadagno con i miei
“assurdi progetti”, potrei comprarne dieci di mercedes. Ma non mi
interessa: la mia macchinina mi piace così come è. E sai che ti
dico? Mi porta negli stessi posti in cui arrivi tu con tua SLK. Anzi,
forse anche un po’ più lontano.
Perché
alla fine lo hai trovato l’idiota che ti ha comprato il macchinone,
anche se di seconda mano. Eccolo lì, seduto accanto a te, il
doppiomento, la calvizie incipiente, lo sguardo da tasso impagliato,
rigido nell’abito grigio. Scommetto che glielo hai scelto tu,
Tiziana. E gli hai fatto scucire le asole della giacca, perché
sembrasse “di sartoria”. Lo stesso vizio di tua madre: decidere
per gli altri. E la stessa granitica convinzione di essere sempre
dalla parte del giusto.
“Tu
non hai capito che io ti spronavo per il tuo bene”. E’ stata
l’ultima cosa che mi hai detto, all’uscita dal tribunale. Alla
fine, come sempre, il mostro ero io. E’ vero Tiziana, non lo ho mai
capito. In particolare non ho mai capito perché il mio bene dovesse
necessariamente coincidere con le ambizioni di tua madre. Sarà
riuscito il mio successore a rendere felici te e la Gorgone?
Non
parrebbe, dalla tua espressione. Continui a avere meno gioielli di
tua cugina e quella pelliccia non sembra proprio visone selvaggio. Ma
forse sei addolorata per la morte di tua madre, ed io, nella mia
assoluta presunzione, mi crogiolo al pensiero che neanche lui sia
stato in grado di soddisfare le tue richieste. Desideri di rivalsa?
Indegni di me: meglio uscire a fumare una sigaretta.
Non
si sta affatto male, qui fuori. L’aria è quasi tiepida, e siamo
solo in febbraio. Complimenti Gorgone, hai scelto un buon periodo per
morire.
Toh,
sta uscendo anche il tasso impagliato. Che aria affranta: possibile
che andasse d’accordo con sua suocera al punto di essere triste per
la sua dipartita? Si toglie il fazzoletto di tasca e si asciuga la
fronte. Ma che ha da sudare? Non è così caldo. Oh, mi ha visto.
Chissà se sa chi sono. Domanda inutile: Tiziana gli avrà raccontato
di me fino al più sordido dei miei segreti. Scommetto che è al
corrente persino dei miei problemi di colite.
Sì,
sta arrivando sul serio! Chissà che intenzioni ha. Tiziana gli avrà
detto di chiedermi gentilmente di andarmene. Gentilmente ma con
fermezza. Che equivale a dire: voglio quello scarafaggio lontano di
qui entro cinque minuti.
Eccolo
qui. Non ha l’aria aggressiva. Forse della fermezza Tiziana non ha
fatto menzione.
“Mi
offrirebbe una sigaretta? Ho dimenticato il pacchetto in macchina e
le chiavi le ha Tiziana”.
“Lei
sa, vero, che se si risapesse, sarebbe la sua ultima sigaretta.”
“Fumo
un pacchetto al giorno da quando ho quindici anni. Mi creda: per uno
come me una sigaretta vale qualsiasi rischio.”
Sorride,
e sulla fronte si formano tante piccole rughe circolari che gli danno
un’aria da gnomo benevolo. Non sembra un cattivo diavolo. Decido di
giocare a carte scoperte.
“Le
hanno detto di venire a mandarmi via, vero?”
“Ovviamente
sì.”
“E
lei che ha intenzione di fare?”
“Di
fumare una delle sue sigarette e di godere di un po’ di aria
fresca. Ha visto che bella giornata? Un sole del genere sarebbe
perfetto per andare a fare una passeggiata al porto”.
“E
Tiziana?”
“Tiziana
cosa?”
“Cosa
dirà del fatto che non mi ha cacciato?”
“Tanto
non le andrà bene comunque. Non le va mai bene nulla. Ma questo non
glielo devo insegnare io, vero?”
Il
tasso è tutt’altro che impagliato e forse tutt’altro che tasso.
Ha uno sguardo ironico e sembra anche più giovane di quanto non mi
fosse parso prima.
“Tiziana
è fatta così”, aggiunge con voce gentile “A volte le prenderei
la testa e gliela sbatterei contro il cofano della macchina. Ma mi
creda, non è cattiva. Crescere in quella famiglia non la ha
sicuramente aiutata a sviluppare i suoi lati migliori, ma è una
donna di buon cuore e a volte sa essere anche affettuosa. Che poi
questo lei lo sa, ne sono sicuro. Non avrebbe sopportato la Signora
Bice per dieci anni, altrimenti.”
“Sì,
il mio menage con la Gorgone non è stato dei più semplici”.
Scoppia
in una sonora risata.
“Ah,
lei la chiamava così? Non lo sapevo. Mio fratello dice che
somigliava a Crudelia Demon, la cattiva della Carica
dei 101.
Mio dio, che le ho detto! Se Tiziana venisse a sapere una cosa del
genere ci ucciderebbe entrambi: me e lui”.
Il
suo modo di pronunciare il nome Tiziana mi fa pensare che la ama
davvero, a dispetto di tutto, e in un modo che io non ho mai
imparato: accettandola per quello che è. Sono sicuro che ciò che
irritava me, in quest’uomo desta tenerezza. Era la mia Titti e ora
è la sua Tiziana, ed è giusto così. Non ho rimpianti nè rimorsi,
posso permettermi il lusso di essere felice per lei.
“Sa,
credo che seguirò il suo consiglio. Andrò a fare una passeggiata al
porto e mi berrò una birra in onore della Gorgone.”
“Posso
dire a Tiziana che l’ho mandata via io?”
“Certo.
E le dica anche che ha dovuto minacciare di prendermi a pugni.
Rimarrà molto impressionata”.
“Farò
così. E grazie per sigaretta”.
Si
allontana sorridendo. A me non resta che prendere commiato dalla
Gorgone e dalla sua simpatica famiglia. Addio Tiziana. Sii felice,
per quanto ti è possibile. E perdonami se lo specchietto laterale
della mia vecchia citroen ha bozzato la portiera della tua bella
mercedes SLK grigio metallizzato. Ti assicuro che è stato del tutto
accidentale.
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