Benvenuti in Letteratura e dintorni!

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Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


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martedì 23 novembre 2010

Libri e film (riflessione di Francesca)

Come forse alcune di voi sanno, io non sono propriamente una cinefila. Vedo al cinema una volta all’anno e quando compro o noleggio un DVD pretendo sia rutilante di effetti speciali. Ma anche in questo corpaccione batte il cuore di una romantica fanciulla, così a volte – non spesso – ma a volte, mi concedo un film sentimentale, tutto lacrime e sospiri.
Fra i miei prediletti, un piacevole film ispirato ad un romanzo di Jane Austen, dal titolo “Persuasione”. Romantico, intelligente, ma con staffilate di ironia, proprio come ci ha abituati la geniale scrittrice inglese.
Una cosa che colpisce di questo film è la sua fedeltà al romanzo. I personaggi sono verosimili a quelli tratteggiati dalla Austen. L’intreccio, pur con le dovute differenze dovute al diverso linguaggio, è rispettoso di quello del libro. La ricostruzione degli ambienti e dei costumi dell’epoca è molto accurata.
La trasposizione cinematografica di un romanzo non è cosa semplice. Ho visto film “liberamente ispirati” che poco avevano a che fare con l’opera che li aveva preceduti. Film che banalizzavano i romanzi originali. Film che li valorizzavano. Film che li travisavano addirittura.
E ho conosciute persone che – per principio – non vanno a vedere film tratti, ispirati o anche solo immaginati, da un romanzo che avevano letto.
Voi che ne pensate? Quale è il film tratto da un romanzo che vi ha colpito di più? Quello che vi ha deluso? Quello che “accidenti… è quasi meglio del libro”? 

5 commenti:

  1. Raramente vado a vedere un film tratto da un libro, soprattutto se il libro in questione mi è piaciuto. Quando è successo ho cercato di considerare film e libro opere a sé stanti, per evitare la delusione. In questo modo sono riuscita ad apprezzare "Il nome della rosa". Riguardo al "Codice da Vinci" non ho ancora capito se è più brutto il libro o il film.
    Nonostante si tratti di due linguaggi che si influenzano a vicenda, la trasposizione cinematografica di un libro rimane sempre alquanto riduttiva nei confronti del testo. Ma forse la mia considerazione nasce dal fatto che non ho visto i film giusti.

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  2. Come si diceva a nascondino "Tana liberi tutti", ognuno la pensa a suo modo e tutti siamo liberi.
    Ho sempre apprezzato i film tratti dai libri, hanno sempre avuto qualcosa che li ha distinti dal libro e me li ha resi apprezzabili. Il film che mi faccio nella testa quando leggo un libro non viene affatto disturbato dal film vero che sto vedendo. Ricordo che vidi "cronaca di una morte annunciata" prima di leggere il libro. Ne ero rimasta molto affascinata, ma una amica mi "sgridò" dicendo che lui non poteva essere assolutamente il figlio di Delon, e lei poi figuriamoci se aveva la faccia da gatta morta della Muti! leggi il libro e mi darai ragione. Invece ho letto il libro e nessuno aveva ragione.
    Se un libro mi è piaciuto vado proprio volentieri avederne la trasposizione cinematografica, ma anche quella teatrale, perchè no. Mescolando è meglio.

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  3. Io mi trovo più vicina all'opinione di Barbara e devo dire che il primo esempio che mi è venuto in mente è proprio quello che ha fatto lei riguardo al "Nome della rosa": ho apprezzato molto entrambi, ma mi sembra che siano da tenere ben distinti.
    Penso che il film tratto da un libro possa essere ben fatto se non insegue a tutti i costi il messaggio del libro: nel caso del "Nome della rosa", il film è un bell'esempio di giallo storico, perché la serie di omicidi costituisce il nucleo centrale a cui il resto fa da corollario (non è un caso che sia stato scelto "James Bond" a fare il frate investigatore), mentre nel libro di Eco accade esattamente il contrario: il protagonista è il medioevo, alla descrizione del quale l'autore è soprattutto interessato; poi, per scrivere un romanzo anzichè un saggio, ci ha infilato dentro la storia degli omicidi (ma sono convinta che a lui non interessasse un granché).

    Più in generale,però, ci sono generi che apprezzo di più al cinema (ad esempio i gialli) ed altri che preferisco leggere. Quando ho comprato "Il signore degli anelli" non sono riuscita a smettere di leggerlo fino alla fine, ma quando ho tentato (più volte) di vedere il film, mi sono sempre addormentata, nonostante il fantasy mi piaccia molto...

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  4. Però, mentre inviavo l'altro commento, mi è venuto in mente un fatto "antico": io ho amato moltissimo, da ragazzina, i libri di Salgari su Sandokan e le tigri di Mompracem ed ho amato altrettanto lo sceneggiato tv degli anni Settanta con Kabir Bedi. Altrettanto potrei dire dell'Odissea, quella in bianco e nero con Bekim Femiou (non ricordo neppure se il nome si scrive proprio così...).
    Ma erano anni in cui leggevo e guardavo la tv solo con il cuore, non con la "scienza"...

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