di Angelo Maria Ripellino, da Autunnale barocco
Si accapigliano i cavalli violacei del mare.
Candele si accendono negli occhi dei gufi.
Nel mio malumore invernale
una torva gaiezza si intrufola.
Fiasche gravide di vino ama la notte.
Candele risplendono negli occhi dei gufi.
Di quante chiacchiere stolte,
Brindisevole notte. Il vento sibila.
Candele si inebriano negli occhi dei gufi.
Nei calici vino di Siracusa sfavilla
per gli esausti, per i delusi.
Freddo aquilone zufola nel cielo.
Candele vacillano negli occhi dei gufi.
Sbadiglia la vita incrostata di muffa.
Che gelo, stanotte, che gelo.
Il re dei gatti dorme sulla stufa.
Notte: bianco zucchero filato.
Candele si spengono negli occhi dei gufi.
Pigola un violino sgangherato.
Sono già tutte consumate le candele
della notte e i gufi si allontanano.
L'alba è torbidezza, è tedio, è fiele.
Canta l'allodola sul melograno.
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