Questo racconto (più che di un racconto si tratta di un gioco, o meglio di una suggestione) si ispira ad un quadro – Nighthawks, di Edward Hopper – ai romanzi polizieschi di Raymond Chandler, al film "Marlowe il poliziotto privato", e alla faccia stropicciata di Robert Mitchum (che ho immaginato potesse avere l'avventore di spalle).
Ho provato a "entrare nel quadro" e a fermare l'attimo con le parole, pertanto non c'è un prima o un dopo.
Lo so che è sbagliato fare premesse o spiegare un racconto, perché vuol dire che il racconto non sta in piedi da solo, però – santa pazienza – ogni tanto qualcosa si potrà dire! :-)
NOTTE
- Quando una donna ti entra nel sangue sei fottuto. Non è come esserne innamorati. Di una donna che ami puoi fare a meno, ma quando una donna ti circola nel sangue a piede libero, diventa come il veleno, come la droga. Ti rimarrà sempre dentro, magari nascosta, pronta a saltar fuori quando meno te lo aspetti. E tu non sarai mai preparato a lei, perché lei sarà sempre troppo per te, e ogni volta ancora di più.
I pensieri franavano dalla testa nella pancia. In gola il sapore acre della sigaretta si impastava con quello amaro del whisky, provocandogli attacchi di nausea che, pur con qualche difficoltà, riusciva a tenere a bada.
Di notte anche i pensieri avevano un sapore: quello salato della sconfitta. Lui lo conosceva bene, perché l'aveva assaporato molte volte nella sua vita. Gli sarebbe piaciuto vomitare sul bancone del bar e liberarsi.
Il ricordo di lei era lì, sotto la pelle, e per quella notte non si sarebbe spostato di un millimetro.
Eppure, ultimamente, le cose gli erano andate bene, aveva persino raggranellato un bel gruzzolo. Quindi, cos'era quella sensazione d'essere in caduta libera? Stava invecchiando?
- Forse la vecchiaia inizia proprio così, con un senso di vuoto nello stomaco.
Alle sue spalle la strada deserta era svogliatamente rischiarata dalla luce al neon che fuoriusciva dalla grande vetrata del bar. Il buio, cacciato negli angoli, faceva il paio con quello che aveva dentro.
Difronte a lui c'era una coppia, o almeno così pareva. Non si parlavano, non si guardavano, ciascuno perso in pensieri estranei all'altro.
Lei sembrava annoiarsi.
- È molto bella, bella come sanno essere quelle che ti entrano dentro. Forse è troppo per un tipo che ha tutta l'aria d'essere un piazzista. Chissà cosa li porta in questo bar a quest'ora di notte, quando la gente giusta dorme già da un po' .
La donna sentiva d'essere osservata, era abituata ad avere gli occhi degli uomini su di sé. Giocava con i loro sguardi, sapeva cosa volevano da lei e aveva imparato a usarli per ottenere l'unica cosa che contava veramente nella vita: soldi!
Ma il tipo che la stava osservando era diverso. Il brivido caldo che le accarezzava la gola la avvisò del pericolo. Sì, di uno così si sarebbe potuta innamorare, ma non se lo poteva permettere. Mai innamorarsi di uno che guarda in faccia il proprio fallimento fumando e bevendo whisky.
Non aveva voglia di tornare a casa. Lì avrebbe pensato a lei, ai suoi occhi verdi, alle sue gambe lunghe. Non era proprio il caso di rientrare e, sicuramente, non era il caso di tornare a casa sobrio. Voleva bere e basta. E fumare, sino a sentire la gola bruciare.
Qualcosa stava allontando quei due. Chissà, forse era proprio ciò che li aveva uniti a preparare distanze. Ci sono ombre che se condivise creano un legame sinistro.
L'uomo guardava fisso davanti a sé, la vicinanza di lei lo rendeva nervoso. Intuiva che la loro storia era al capolinea, ma non le avrebbe permesso di scaricarlo così facilmente. Lei questo lo sapeva.
Ormai la sua indifferenza non lo feriva più, la prossima mossa toccava a lui e non l'avrebbe sprecata.
Il barista lavorava, incurante dei suoi avventori.
- Forse a casa c'è qualcuno che lo aspetta. Una donna, sì, sicuramente si tratta di una donna, però una di cui è innamorato non una che gli è entrata nel sangue.
Era come se al mondo quella notte non ci fosse nessun altro oltre a loro.
Già, la notte non è per tutti. È per quelli che hanno la solitudine dentro così come gli altri hanno il cuore, il fegato.
- E anche se stanotte lei fosse qui io sarei solo lo stesso, perché ci sono storie che anche se si è in due le vivi solamente tu, e quello che provi ti squarcia il cuore e stai male. Ma sei anche felice, e la felicità può far male ancor più del dolore quando è soltanto tua.
Amava la notte: poca gente, pochi rumori, solitudini nude. Di notte il noi è fuori posto, di notte le ombre sono meno cattive perché non soffrono il paragone con la luce. Ordinò un altro whisky e si accese un'altra sigaretta. Non aveva voglia di tornare a casa.
mi piace assaissimo!
RispondiEliminaInteressante l'esperimento di partire dal quadro...molto efficace. Molto bello anche il senso di attesa, ma di attesa partecipe di tensione che si avverte nella tela e nelle tue righe. Bello!
RispondiEliminaGrazie! Morgana... come la fata? Per favore, dimmi di sì, oggi ho bisogno di fate :).
RispondiEliminaVeramente molto bello, Barbara, un linguaggio efficace e sempre azzeccato!
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