Mi sono dimenticata più o meno tutto, di quello che mi hanno insegnato a dottrina. Soprattutto se si tratta di elenchi. Sono sempre stata negata per gli elenchi.
Mi sono dimenticata le tre virtù teologali. Pace speranza ed onestà? Fede costanza e carità? Forza temperanza e giustizia? No, queste non possono essere. Queste sono tre carte dei tarocchi.
Mi sono dimenticata i sette peccati capitali. Lussuria, accidia, superbia. E poi che altro? La maleducazione è un peccato capitale? Se non lo fosse, dovrebbe esserlo. Che poi a me, l’accidia, mi ha sempre fatto un effetto strano. Mi faceva venire in mente mio padre, che quando aveva il bruciore di stomaco prendeva l’effervescente brioschi o il digestivo antonetto. Per anni ho pensato che l’accidia avesse a che fare con il mangiare le cose sbagliate. La gola era il peccato di quelli che mangiano troppo. L’accidia era il peccato di quelli che mangiano pesante. “Accidioso”, come sinonimo di alito cattivo. Solo dopo mi è stato spiegato che l’accidia è l’amore per l’ozio, la pigrizia, il vivere tranquillo. Che in sé non mi sembra un peccato così grave. Se io dovessi giudicare un’anima che mi dicesse “Mi sono sempre fatto i cazzi miei e ho cercato di fare meno danno possibile”, gli direi “Beh, potevi applicarti di più”. Ma non lo manderei difilato all’inferno. Cesare Borgia ha fatto sicuramente di peggio.
Mi sono dimenticata anche tutti i misteri che si contemplano nel rosario. E dire che me ne sono snocciolati tanti, insieme a mia madre e mia nonna. Interi mesi di maggio a recitare rosari e contemplare misteri. Eppure non me ne ricordo uno.
Mi sono dimenticata i dieci comandamenti. O meglio, me li ricordo ma in ordine sparso. I primi ce li ho abbastanza chiari: io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all’infuori di me, ricorda di santificare le feste. E poi? Poi si confondono. Sono in ordine di gravità? Di diffusione? Viene prima “non uccidere” o “onora il padre e la madre”? Perché “Non rubare” e “Non desiderare la roba d’altri” non sono stati accorpati? E’ antieconomico. Se li univano, gli rimaneva un posto vuoto, magari per “Non spargere voci calunniose sul tuo vicino” o “Ricorda di regalare fiori a tua moglie per il suo compleanno.” E ho questo dubbio che mi assilla da sempre. Perché alla dottrina, la maestra parlava di “Non fornicare” e adesso salta fuori “Non desiderare la donna d’altri?” Non sono mica la stessa cosa. Io ho sempre desiderato solo il mio uomo e ci ho sempre fornicato volentieri. Vuole dire che sono peccatrice o no?
Molto,molto carino, Francesca. Veramente piacevole da leggere!
RispondiEliminaFinalmente qualcosa di hard! :-)
RispondiElimina