Un pranzo leggero, nervoso
un bicchiere di vino bianco secco
giro la testa, gesti alticci, improvvisi
il cielo è terso, dietro al doppio vetro
un ottobre senza nuvole, per oggi.
Una mosca nera sale a scatti elettrici il vetro
e, in fondo, altissimo, stagliato
si libra un gabbiano, solo. La mosca e l'uccello
si sfiorano, idealmente a metà della finestra.
Mi pare metafora di questa nostra vita
e colmo di sconforto lascio a tavola questi pensieri,
e ne scrivo.
Un bell'esempio di come un piccolo episodio quotidiano possa diventare occasione di una riflessione profonda.
RispondiEliminaUn solo appunto, Matteo. Forse avresti dovuto evitare di scrivere "mi pare metafora di questa nostra vita", lasciando che l'aspetto metaforico, appunto, venisse fuori da solo con altri termini, senza spiegarlo.
Voglio dire che, così, è una riflessione "diaristica"; scrivendo in altro modo la frase finale, poteva assumere un tono più generale e poetico.
Non so se sei d'accordo...
manuela
si...sono abbastanza d'accordo...ma sinceramente questa poesia non vi convince...
RispondiEliminaSarebbe bello indagare su come una fotografia di un breve momento possa diventare poesia.
RispondiEliminaCredo che non basti l'immagine, ci vorrebbe anche una attenzione al linguaggio, alla parola, al suono. Questa suggestiva fotografia io l'avrei apprezzata di più in forma di prosa, magari inserita in un momento di riflessione di un personaggio tormentato e poco incline alla poesia.
Stella
forse questa suggestiva fotografia non era poi tanto suggestiva...a volte l'ispirazione del momento (e del vino) possono far prendere abbagli anche al più acuto osservatore.
RispondiEliminanon sono d'accordo, mettere insime una mosca e un gabbiano è un azzardo interessante. Quello che mi piacerebbe vedere è come una coppia così ben assortita riesca a stare dentro una poesia, ma ad una poesia chiedo oltre che una idea che mi faccia sobbalzare sulla sedia, chiedo una forma che sia un po' di più dell'estro di un momento.
RispondiEliminaStella