Mi sveglio, il letto troppo caldo, tensione nell'aria e una sconosciuta accanto a me, che vuole parlare. Ho i postumi di una sbronza prepotente, la stanza fa schifo, tanfo di alcol ovunque, tre preservativi a terra, forse c'è del vomito, capisco contemporaneamente di non amarla e di aver bisogno di una doccia.
Lei intanto ha iniziato a parlare, ha avuto una vita difficile, è una depressa scoppiata, ancora una volta, se potessi tornare indietro lo farei, anche per lei, ma non si può e penso già a farle del male.
"ah...si...studi architettura, senti...vuoi fumare?" vuoi morire?
L'Alba è passata, i sogni e la sbronza pure, ma c'è sempre lei ad aspettarmi quando mi sveglio, lei, capelli neri, rossi, biondi, truccata, banale, impegnata nel sociale... è sempre lì.
Penso al serramanico nel cassetto del mobile dello studio, la vedo dimenarsi mentre le preparo un trucco permanente su occhi e bocca, inciso con la lama, sento tutto quello che potrei farle, e mi piace.
A volte provo tenerezza per la loro stupidità: puttane che entrano in casa di un uomo di 35 anni, non possono e non devono pensare di passarla liscia. Perchè poi dovrebbero?
"perchè sono ancora solo, secondo te...?" penso, intanto lei si sta lavando in bagno, insozzando i miei asciugamani da cinquanta euro con il suo inutile rituale, non ha rispetto di me e dei miei spazi in casa.
Le preparo il caffè e ci sputo dentro:"ehm...vuoi del caffè? Io devo lavorare!"
"certo, ma dove lavori? Me lo dai uno strappo in università?"
"no guarda, lavoro in casa, scrivo...e sono in ritardo di mezz'ora sulla tabella, capisci aspettano il libro, quindi..." ora vai via
Esce dal bagno, vestita e prende un libro a caso dalla mensola, proprio il mio ultimo uscito, guarda sul retro, vede la foto: "nooo, ma sei Alberto Adami? noo! ma ho scopato con te? Una mia amica impazzisce per tutto quel che fai!"
"ah, dai,si?"
"io ho provato a iniziare "Le ossa dei vivi", ma, scusa, non sono riuscita a continuare, sei troppo negativo."
"scrivo per come vivo: male" Vattene
Mentre maneggia il libro come fosse una borsetta Fendi, mi accorgo di essermi ormai scordato di Dio, il pugno sinistro è serrato, le nocche bianche, esangui.
La vedo stesa nuda nella vasca, la testa aperta. Il mio sguardo si perde nel rosso cupo sparato sulle piastrelle appena pulite, una ragnatela di goccioline vermiglio, il rosone di una cattedrale spagnola.
"dicevo, devo lavorare...è tardi, più di prima!" salvati ti prego
lei si raccoglie i capelli, ha un collo lungo, un collo perfetto si spezzerebbe con un vento troppo forte.
"ok ok, guarda controllo una cosa veloce veloce sul computer, ah e ti chiedo una sigaretta, ih ih!" squittisce
"NO, non hai capito DEVO scrivere!" è fatta
"Finito, guarda, ora spengo, stasera sushi?"
"ok, basta, aspettami qui, vengo fuori con te, ma devo prendere una cosa nello studio"
Stacco il telefono.
molto Bukowskiano (nel bene e nel male)...
RispondiEliminamanuela
è un grande complimento, anche se pensavo a Easton Ellis.
RispondiElimina...good but heavy.
RispondiEliminaOttimo lavoro ;) (di' la verità "vuoi morire?" è dedicata a Sancio)
RispondiEliminain realtà inconsciamente pensavo a lui..anche se quelle frasi staccate sarebbero dovute esser scritte con un carattere un poco più piccolo, essendo suoi pensieri.
RispondiEliminachiedo scusa per il carattere, ma il blog non mi consente molte libertà di formattazione...
RispondiEliminaCi mancherebbe, Lorella! Tu si che sei sempre sul "pezzo"!
RispondiEliminabeh però anche così staccate dalle altre rendeva l'idea
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