La lettura non è mai un monologo, ma l'incontro con un altro uomo, che nel libro ci rivela qualcosa della sua storia più profonda e al quale ci rivolgiamo in uno slancio intimo della coscienza affettiva.
La solitudine (del lettore) diventa paradossalmente socievolezza, entro un rapporto certo fragile come sono fragili tutti i rapporti intensi e non convenzionali, che aspirano ad essere autentici. E qui, forse, tra lettore e scrittore, si producono lo sguardo, la coscienza, il faccia a faccia di una vera e propria relazione etica"
(Ezio Raimondi, "Un'etica del lettore")
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