Salì sulla macchina. - Davanti! - disse lui e Laura gli fu grata di non averla mandata sul sedile posteriore, dove di solito prendono posto i delinquenti, o presunti tali, magari con un altro agente che ha il compito di sorvegliarli.
Partirono velocemente e lei pensò che in effetti era anche un bell’uomo, un po’ come quelli delle fiction di cui era assidua spettatrice. Tutto sommato non le dispiaceva questa novità, anche se immaginò che avrebbe passato parecchio tempo in questura rispondendo ad un sacco di domande. Avrebbe voluto avvisare Alfonso che sicuramente era irritato per il suo ritardo, ma non osava chiedere nulla a quel burbero poliziotto. Percorsero parecchia strada di una città che non conosceva e ad un certo punto vide l’insegna luminosa. Era anche un po’ curiosa di sapere come si sarebbe svolto un interrogatorio nella realtà, così ripassò mentalmente le risposte che avrebbe dato. Ma l’auto non si fermò.
Laura guardò l’uomo con aria interrogativa e lui la ricambiò con un sogghigno.
- Perché non ci fermiamo? - chiese rendendosi immediatamente conto di aver fatto una domanda poco intelligente. Nella sua mente cominciava ad insinuarsi un certo turbamento, ma era troppo presto per avere paura. - Forse deve incontrare un collega - pensò - ma almeno poteva essere meno maleducato e rispondere! -. Era comunque ancora incline a giustificarlo perché si sa : i poliziotti sono di poche parole.
Continuarono a percorrere parecchia strada ( era certa che stessero uscendo dalla periferia della città) fino a quando, con una brusca sterzata, la macchina girò a destra inoltrandosi su uno sterrato di cui non si vedeva la fine. Non sapeva se fosse ora di preoccuparsi ma aveva perso completamente la sua sicurezza. Il poliziotto continuava a guidare senza guardarla e senza rallentare e il buio inghiottiva l’auto e i suoi occupanti. Il tempo passava ( quanto oramai ?), doveva andare in bagno ed aveva sete, ma non osava dire nulla. Ad un certo punto non ce la fece più e sbottò. - Ma insomma cos’è un sequestro? - e mentre lo diceva si sentì anche spiritosa e orgogliosa della sua ironia. Guardò di nuovo l’uomo e avvertì una certa tensione. Le parve che il suo viso fosse, come dire, un po’ cambiato, più rugoso, quasi fosse invecchiato da quando erano partiti. Sorrise fra sé pensando che la mancanza di luce gioca strani scherzi e si diede della sciocca. Si girò di nuovo e lui fece lo stesso. Poi la sua bocca si aprì.
Carla Forti
chiedo umilmente scusa, il racconto della domenica esce solo ora per una mia svista: l'avevo salvato come bozza (il caldo fa brutti scherzi). Comunque, eccolo qua: buona lettura!
RispondiEliminaTrovo particolarmente interessante il particolare del viso rugoso, che sembra invecchiato da quando sono partiti...
RispondiEliminacomunque, Carla ci lascia di nuovo con l'ansia di sapere che fine farà questa donna...a quando la prossima puntata?
Complimenti per la suspence, non vedo l'ora di leggere il seguito.
RispondiEliminaBrava Carla, mi piace il modo in cui hai condotto finora il racconto.
RispondiEliminaAspetto la terza puntata
manuela
ragazze, vedete sotto il nome di Carla il riquadro dove ci sono tutti quei simbolini? C'è anche un 1: cliccatelo!! è un modo per segnalare su google i nostri racconti, più clicchiamo meglio è! :)
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