Benvenuti in Letteratura e dintorni!

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Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


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domenica 3 luglio 2011

L'AUTOMOBILE ROSSA di Francesca Mairani


i racconti della domenica


L’automobile rossa. Era arrivata con quella. E aveva parcheggiato sulla destra dell’entrata. Non a sinistra, perché lì non aveva trovato posto. Aveva percorso il corridoio fra le auto incolonnate almeno due volte. Poi si era decisa a ripiegare sull’altro lato del parcheggio.
Il carrello cigolava leggermente. Le bottiglie di birra, appoggiate l’una all’altra, tintinnavano.
Aveva parcheggiato e poi aveva detto ai bimbi restate in auto che faccio in un attimo. Un attimo. Perché doveva comprare solo la birra, un po’ di carne in scatola e i biscotti. Quelli con lo zucchero a velo sopra. Come si chiamano? Come accidenti si chiamano quei biscotti?

Una goccia di sudore le scese lungo la tempia. Eppure non era caldo, nel parcheggio. Fuori, forse. Ma in un parcheggio sotterraneo non è mai caldo. Magari c’è puzza di gas di scarico. Magari c’è buio. Ma non può essere caldo.
Il buio. Ecco, forse era per il buio che non trovava l’automobile. Nel buio si rassomigliano tutte. Quelle piccole, si intende. Quelle rosse. File interminabili di utilitarie rosse. E lei non trovava la sua.
Eppure era diversa dalle altre. Nella sua c’erano i bimbi. Aveva dato a Marina e Claudio una bottiglietta di succo e aveva detto loro di aspettarla. Che avrebbe fatto presto. Doveva solo comprare la birra. Succo di pera. Era sicura. Aveva dato loro del succo di pera.
Le mani le sudavano mentre spingeva il carrello. Era già passata davanti a quella fila di auto. Ricordava la targa del suv nero parcheggiato sulla sinistra. AV 487 CX. La ricordava benissimo. E allora perché non ricordava anche dove aveva messo l’auto, la sua auto rossa, di piccola cilindrata, con i bimbi dentro, che la stavano aspettando, che bevevano succo di pera, che giocavano con i dinosauri di gomma?
Il carrello le sembrava pesantissimo. Pensò di lasciarlo lì, di cercare l’auto senza portarselo appresso e di andarlo a recuperare dopo. Ma cosa avrebbero detto i bimbi vedendola arrivare senza spesa? Così diede un colpo con le spalle, per tirarlo avanti e sentì come una scossa, dalle spalle alle reni.
Frollini. Ecco come si chiamano. I biscotti con lo zucchero a velo. Si chiamano frollini.
Aveva lasciato i bambini in auto, aveva comprato la birra, la carne in scatola e i frollini. Poi aveva preso l’ascensore ed era scesa al parcheggio. Ma la sua auto non c’era. Cioè, non era possibile che non ci fosse. Era lei che non la trovava.
Si portò una mano alla pancia. Sentì l’intestino stringersi e dilatarsi di colpo. Aveva bisogno di un bagno. E di un sorso d’acqua. La lingua le raspava asciutta contro il palato. Poteva lasciare il carrello e tornare di sopra. La toilette vicino alle scale mobili. Era quasi sempre pulita. Doveva fare in fretta. E poi tornare giù e cercare..
Le scale mobili. Era salita con le scale mobili. Ed era scesa con l’ascensore. Un’altra entrata. Un’altra uscita. Ecco perché a sinistra non c’era la sua auto. Era più indietro.
Spinse il carrello con forza. Le bottiglie di birra si urtarono in un brindisi. Da dietro una fila di auto, l’utilitaria rossa. Due testine si agitavano nel sedile posteriore. Una manina si sollevava ritmicamente brandendo uno stegosauro verde bottiglia.
Rallentò in prossimità dell’auto. Si passò le mani fra i capelli. Si lisciò la gonna. Poi bussò al vetro posteriore sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi.

4 commenti:

  1. E se invece non l'avesse trovata? Potrebbe essere l'inizio di un thriller, o di un fantasy...
    Piccola info tecnica: vedete quel +1 che si trova vicino alle altre icone, sotto il racconto? è un modo per indicare al web i contenuti che ci piacciono, quindi cliccatelo!

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  2. Meglio che l'abbia trovata... Quando si perdono i bambini mi viene sempre l'angoscia.
    Già così il ritmo è molto sostenuto e la tensione trasuda delle pagine. Bello, mi piace.
    manuela

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  3. Le bottiglie di birra che si urtano in un brindisi è bellissimo. Hai descritto molto bene lo stato di angoscia della protagonista. A me è capitata una cosa del genere e precisamente all'iper Malatesta (fortunatamente non avevo bimbi in macchina :-)). Però ho fatto di peggio, non riuscivo più a vedere la scala mobile che portava al garage coperto, e considerate le dimensioni di quell'iper... Il contatore dell'angoscia ha cominciato a girare a mille. Poi, all'improvviso, la scala si è materializzata davanti ai miei occhi: era lì, dove ero già passata 4/5 volte. Ancora oggi non riesco a darmi una spiegazione, ma io quella scala non l'ho vista ed era impossibile non vederla.
    Ha ragione Lorella, c'è del materiale per un thriller.

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  4. E' un testo che si presta a molte letture. Senza andare oltre nella parte misteriosa potrebbe prendere una piega invece più narrativa e ogni dettaglio potrebbe essere dilatato per dire qualcosa di più di questa donna, della sua vita delle sue abitudini.
    Così com'è è una short-story cui non manca niente.
    Stella.

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