La cosa che più di tutte mi ha avvicinato alla scrittura è che una volta a settimana mi faceva incontrare altra gente. Era un corso tenuto da uno scrittore già pubblicato, Tom Spanbauer, ogni giovedì sera intorno al suo tavolo di cucina. All’epoca, gran parte delle mie amicizie, erano basate sulla vicinanza: vicini di casa o colleghi di lavoro. Quella gente che conosci solo perché, beh, giorno per giorno te la ritrovi seduta accanto.
Il problema, con gli amici di vicinanza, è che poi se ne vanno. Si trasferiscono, o vengono licenziati.
Fu solo con il corso di scrittura che scoprii le amicizie basate su una passione condivisa. La scrittura. O il teatro. O la musica. Una visione comune. Un obiettivo condiviso, che ti leghi ad altre persone che ripongono fiducia in quello stesso vago, intangibile talento nel quale credi anche tu. Amicizie capaci di sfidare i licenziamenti e gli sfratti. Quell’appuntamento fisso e costante del giovedì sera era l’unico incentivo a scrivere, negli anni in cui scrivendo non beccavo un soldo. Tom e Suzy e Monica e Steven e Bill e Cory e Rick. Litigavamo e ci esaltavamo a vicenda. E tanto bastava.
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