Seguirono giorni tormentati, pieni di angoscia. Immaginavamo il diavolo che si sfregava le mani, guardandoci con aria compiaciuta. Così piccole avevamo già perso il Paradiso. Eravamo sicure che prima o poi un castigo divino ci avrebbe colpito, e non osavamo immaginare sotto quale forma. Ma non accadde nulla e dopo un po' dimenticammo la lettera, il peccato, la punizione e passammo ad altro. Comunque nessuno sepper mai che eravamo state noi a scrivere la lettera.
Mi ricordo quella volta che, avrò avuto quindici o sedici anni, trascorsi l'estate lavorando come commessa. La proprietaria del negozio era veramente stronza, soprattutto nei miei confronti. Un giorno, poiché aveva mal di testa, mi mandò in bagno a riempire un bicchiere d'acqua e mi diede un'aspirina effervescente da sciogliere dentro. Io riempii il bicchiere, vi sciolsi l'aspirina e vi sputai dentro. "Vendetta, tremenda vendetta". Dopodiché con il più amabile dei sorrisi, le portai il bicchiere e lei ingoiò acqua, aspirina e sputo.
Miracolosamente il mal di testa le passò.
Mi ricordo quella volta in terza liceo... A proposito, io ho frequentato il Serpieri. Noi del Serpieri eravamo considerati i parenti sfigati dell'Einstein. Adesso capisco perché Manuela ogni tanto manifesta nei miei confronti atteggiamenti di superiorità :-).
Tornando a noi, mi ricordo quella volta in terza liceo quando a inizio anno arrivò "lui". Era ripetente e si sa che i ripetenti hanno quel fascino un po' così, alla James Dean per intenderci. Aveva i capelli scuri, la carnagione biscottata e strepitosi occhi verdi incorniciati da ciglia arabe. Dal suo banco saettavano occhiate infuocate, alle quali io rispondevo con vibranti occhiate zuccherose.
A farne le spese fu il compagno che stava nel mezzo e che a fine anno si trovò metà faccia bruciacchiata e metà caramellata. In primavera iniziò la nostra storia. Iniziò e finì di lì a poco. Infatti a metà giugno molto candidamente mi disse che presto sarebbero arrivate le turiste e lui non avrebbe avuto più tempo per me.
Ovviamente ci rimasi male. Lui se ne accorse e altrettanto candidamente mi rassicurò, dicendo che a settembre, se avessi voluto, sarei potuta tornare in servizio attivo. Rifiutai sdegnosamente l'offerta, appellandomi alla mia dignità e me ne andai a testa alta. Non appena girai l'angolo scoppiai a piangere come un vitello, presi la mia dignità, ne feci un cartoccio e la buttai in un cassonetto.
Quell'estate lavorai in un'edicola. In un angolo del negozio fremevano i mitici Oscar Mondadori, a stento trattenuti da un espositore. Forse fu la delusione amorosa che mi spinse a cercare conforto nelle parole altrui, fatto sta che timidamente mi avvicinai agli Oscar e grazie a loro incontrai l'America. Fu così che trascorsi il resto dell'estate on the road insieme a Kerouac e altri amici americani.
Ragazzi, che estate memorabile fu quella.
Bellissimo! :) Molto divertente ma anche molto tenero. E poi la scrittura così vivace... beh, quello penso proprio sia uno dei tuoi punti di forza, Barbara.
RispondiEliminaSegnalo i punti che mi sono piaciuti di più: satanasso che si strofina le mani e il timor panico delle autrici del misfatto... il sorriso amabile con cui consegni l'aspirina addizionata... il tizio con la faccia metà bruciacchiata e metà caramellata... la fanciulla che prende la dignità, l'appallottola e poi la getta nel cassonetto.
Però sono sicura che a settembre, il giovane dongiovanni, lo hai snobbato e spernacchiato. :D
Diciamo che a settembre per ritornare in servizio attivo mi sarei dovuta mettere in fila, quindi rinunciai :-).
RispondiEliminaPovero sciocco. Non sa cosa si è perso... :D
RispondiEliminaMah! Secondo me è ancora lì che pensa: «M'è andata bene». :-)
RispondiEliminaMolto, molto carino, Barbara. Divertente ma non superficiale.
RispondiEliminaDimenticavo: la definizione di "parenti sfigati dell'Einstein" è bellissima!
RispondiEliminaIl bello di questi che possono sembrare esercizi banali è proprio quello che diceva Barbara, potrebbero essere degli incipit per qualcosa di diverso, qualcosa che si allontana dall'esperienza personale del ricordare. Secondo me si tratta di quei famosi bacini cui si può attingere in caso di bisogno, quei famosi depositi di sicurezza che aiutano a prendere confidenza con la pagina bianca.
RispondiEliminaPerò voglio vedere come ve la cavate con il non mi ricordo, per me è stato più difficile.