Benvenuti in Letteratura e dintorni!

Benvenuti in Letteratura e dintorni!

Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


Vuoi conoscere il gruppo Pennadoca? leggi qui oppure scrivi a uniaperta@hotmail.com

lunedì 25 ottobre 2010

Le nuove tecnologie: amiche o nemiche della letteratura?

Il nostro blog esiste da poco tempo e, come altri blog, forum e siti vari, si occupa di "letteratura e dintorni", come ci è piaciuto intitolarlo.
Non è raro, però, che nell'ambito dei laboratori di scrittura e poesia o, più in generale negli ambienti che coltivano la passione letteraria, si manifesti una certa diffidenza o comunque un atteggiamento di estraneità nei confronti del computer e del web.

Ne discutevamo proprio l'altra sera, nell'incontro periodico del gruppo Pennadoca (possiamo chiamarlo ufficialmente così, dato il risultato del sondaggio di qualche tempo fa?).
Qualcuno faceva osservare che la maggiore o minore familiarità con i mezzi informatici dipende anche dalla variante anagrafica, altri sostenevano motivazioni differenti.
Personalmente sono, come sapete, assolutamente favorevole all'uso di tutti i nuovi strumenti ed apprezzo particolarmente il cosiddetto web 2.0, che consente un'interazione che va ben al di là del semplice andare su internet a leggere e magari scaricare dei contenuti.
Credo anzi che queste nuove modalità di comunicazione a lungo andare cambieranno la letteratura stessa, come stanno cambiando le modalità della conoscenza. Restando però sull'argomento blog, mi sono resa conto che esiste un'ambiguità di fondo nell'uso di questo particolare strumento e quindi mi chiedo e vi chiedo: come e perché un blog può essere utile alla letteratura? Qual è la vostra opinione?
O, in altri termini, quale funzione (o funzioni) pensate che debba avere uno spazio come questo?

14 commenti:

  1. Confesso che sono arrivata all'uso "massiccio" del mezzo tecnologico non da moltissimo tempo. Confesso anche che all'inizio mi sembrava molto difficile, complicato.
    E' la pratica che aiuta, un po' tutti i giorni, come si diceva l'altra sera "accendo e faccio un giro" nei siti che mi piacciono, nei blog degli amici.
    Confesso che mi sono "lanciata" con i commenti da quando c'è questa bella finestra di Letteratura e dintorni, prima ero piuttosto titubante.
    Tutto questo anche per dire che capisco le persone che soffrono il mezzo come un impedimento, una cosa che si frappone tra loro e quello che magari vorrebbero dire.
    Secondo me il blog fa bene al confronto, allo scambio, al manifestare apertamente le opinioni e le proposte, sia che si tratti di letteratura o di punto croce! E' un modo un po' "distorto" di stare insieme. Personalmente lo percepisco come una opportunità e mi comporto di conseguenza. Quello che non vorrei è che diventasse troppo autoreferenziale, solo una bacheca per segnalare eventi e incontri, meglio sarebbe che potesse diventare un modo per dire.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo, questa dovrebbe essere la sua funzione primaria. Mi piacerebbe che fosse un posto in cui, senza troppe pretese, si potesse fare un po' di letteratura e discuterne insieme.

    RispondiElimina
  3. Beh... la mia impressione è che lo sia. In fondo le discussioni sono piuttosto vivaci... pensiamo solo a quella del "pubblicare a pagamento". Vi sono state opinioni discordanti espresse anche con una sana passione, come si addice ad ogni dialogo dove non ci si limita a riferire il "già sentito".
    Personalmente posso vantare una certa "anzianità" con il mezzo telematico. Ho iniziato a bazzicare la rete quando ancora internet era roba da "nerd del pc"... e ancora prima, ad essere sincera, con fidonet, rete basata sulla presenza di BBS che consentivano l'accesso agli utenti e lo scambio di file di testo.
    Fu un'epoca mitica. E non solo perchè ero giovane e pesavo venti chili in meno. :)
    Scrivevo sulla libri.ita, sulla musica.ita, persino sulla cinema.ita (ma quella meno... non sono mai stata una cinefila). E sproloquiavo di letteratura, di musica e di cultura, insieme ad altri fanatici come me, ma con grande freschezza e grande convinzione.
    A quegli amici sono debitrice di un sacco di bellissimi libri. Non fosse stato per Nicola, per esempio, le mie frequentazioni con il sudamerica si sarebbero limitate a marquez. Che è sempre un premio nobel, per carità... ma c'è anche tutto un mondo da scoprire. E chi se lo sarebbe immaginato che Paco Ignazio Taibo II fosse così piacevole da leggere... :)

    RispondiElimina
  4. Anche io penso che il blog - soprattutto un blog collettivo come il nostro - debba essere uno spazio aperto al confronto. Confronto che, nel nostro caso, verte su argomenti inerenti alla letteratura (e dintorni) ma, come abbiamo avuto modo di vedere, attraverso la letteratura si possono poi toccare tanti altri aspetti della vita e della società.
    Concordo con Francesca che il confronto finora ci sia stato. A volte è stato un po' vivace? Bene, vuol dire che si è trattato di un confronto autentico, sincero.
    Più persone partecipano alla discussione e propongono argomenti sui quali confrontarsi più questo nostro progetto ha possibilità di crescere. O no?

    RispondiElimina
  5. Lascio da parte il discorso del blog, perché mi piacerebbe molto approfondire l'aspetto appena accennato da Lorella, secondo cui le nuove modalità di comunicazione (internet, telefonini, ecc.) stanno cambiando la letteratura, così come stanno cambiando le modalità di conoscenza.

    Credo che effettivamente sarà così e trovo affascinante questo discorso.
    Si tratta di un tema complesso che non sono in grado di trattare, però mi viene in mente una cosa che non c'entra nulla ma scrivo lo stesso.

    Quando nel 1985 uscì il libro di Tondelli "Rimini", ricordo che rimasi colpita (tra le varie cose) dal fatto che, in fondo al romanzo, Tondelli aveva messo come postilla la colonna sonora, elencando una serie di brani musicali che (penso) secondo lui avrebbero dovuto accompagnare la lettura del libro, o forse avevano accompagnato la sua scrittura.
    Oggi con l'e-book sarebbe almeno in parte possibile ascoltare, mentre si legge, la musica che l'autore desidera abbinare alle sue parole.

    Mi rendo conto che quanto ho scritto c'entra ben poco con il discorso da cui sono partita, ma era una riflessione che volevo condividere.

    RispondiElimina
  6. Secondo me invece c'entra molto quello che dici, Manuela. Credo che ci siano due aspetti da considerare nel rapporto tra letteratura e nuove tecnologie: il cambiamento delle modalità di fruizione, con l'introduzione della multimedialità e il cambiamento dello statuto stesso delle espressioni letterarie, per così dire, che si aprono, ad esempio, a possibilità inedite di scrittura collettiva, a più mani. Noi siamo stati abituati a pensare la letteratura come un prodotto del "genio" individuale, che al massimo può condividere lo spazio fisico di un'antologia; ma l'idea di una costruzione collettiva della conoscenza, che internet ha reso possibile con strumenti di condivisione come i wiki, ad esempio, si potrebbe estendere alla produzione letteraria? Io non conosco la risposta, quindi vi giro la domanda.

    RispondiElimina
  7. Beh... non vorrei dire una sciocchezza... ma mi sembra che esempi come quello di wu ming e luther blisset (e chissà quanti altri di cui io, nella mia ignoranza, dimentico l'esistenza) dimostrino che il ragionamento di lorella è corretto. La creazione letteraria può attingere alle nuove tecnologie e diventare un'esperienza comunitaria, quasi collettiva, senza che questo ne diminuisca il valore intrinseco o la validità del messaggio.
    A me piace pensare alla cultura come ad un magma in movimento, dove non vi è nulla che non possa cambiare, evolversi, sviluppare. Solo le cose morte, sono immutabili. E invece, mai come in questo periodo, vi è la necessità di una cultura VIVA.

    RispondiElimina
  8. Condivido l'idea di letteratura come progetto collettivo, potrebbe essere un modo per allontanarsi dallo stereotipo, alquanto anacronistico, dello scrittore-genio o primadonna. Naturalmente si tratta di una possibilità che può tranquillamente coesistere con la creazione individuale.
    Mi piace l'idea che un libro possa avere una colonna sonora. D'altra parte io e Francesca siamo convinte che Tondelli abbia avuto molte idee interessanti. Vero, Francesca? :-). Potrebbe essere una indicazione utile, ad esempio, per meglio contestualizzare una storia, e forse Tondelli era questo che ci voleva dire.
    Riguardo a leggere con della musica in sottofondo, io non credo che riuscirei a farlo per un tempo molto lungo, non credo proprio che riuscirei a concentrarmi. Rimango dell'idea che la lettura abbia bisogno di silenzio.
    Tanto per non rimanere sempre in astratto, recentemente mi è capitato di vedere qualche puntata di Cult Book. Come sicuramente alcuni di voi sanno si tratta di un programma che si occupa di letteratura e se ne occupa mescolando parole, immagini e musica. L'approccio sicuramente è interessante, purtroppo il programma è talmente sbilanciato sul versante immagini e musica - e primi piani (inutili) dei conduttori - da diventare veramente noioso. Ammetto che non mi è mai venuta voglia di leggere uno dei libri consigliati, anche perché vengono proposti con un piglio che più che un invito alla lettura sembra una sentenza di condanna.
    Benigni ha insegnato che si può fare cultura con il sorriso sulle labbra senza per questo essere superficiali, e l'ha insegnato in un modo semplicissimo: andando nelle piazze. Questo ci dovrebbe far riflettere. O no?
    Ma sono andata fuori argomento.
    Sicuramente le nuove tecnologie stanno cambiando la fruizione della letteratura - e non solo - ma proprio perché si tratta di un cambiamento nel quale siamo immersi per me è difficile prendere quella distanza necessaria ad una lettura meno superficiale possibile dell'argomento.
    Infatti le mie sono opinioni un po' così, da semplice osservatrice di "strada".

    RispondiElimina
  9. E' vero, Barbara... Tondelli ha avuto un sacco di idee interessanti. E quella di inserire la musica nei suoi scritti è sicuramente una di queste. Come dici tu giustamente, si tratta di una contestualizzazione molto significativa. E non solo per l'aspetto melodico o cronologico. Chi appartiene alla nostra generazione sicuramente ricorda che, all'epoca, ascoltare un certo tipo di musica piuttosto che un altro significava l'appartenenza ad un determinato contesto culturale ben preciso.
    Non ho assolutamente idea se sia ancora così. Ma mi piace pensare che la musica, come la letteratura, sia ancora veicolo di idee... e non mero intrattenimento.
    Quanto alla musica in sottofondo durante la lettura... ammetto la mia debolezza. Non ci sono mai riuscita. Forse sono una persona con una soglia di attenzione molto bassa. Forse - a differenza di quanto si dice in genere delle donne - non riesco ad essere multitasking.
    Ma se leggo, leggo. E se ascolto musica, ascolto musica. L'unica eccezione che riesco a contemplare è il sottofondo di cartone animato: a quello ho dovuto giocoforza abituarmi. Altrimenti si trattava di leggere solo quando i bimbi erano a dormire... :)

    RispondiElimina
  10. Invece io sono una gran pasticciona, mescolo tutto, molto spesso. Soprattutto lettura, scrittura, musica. Certo che non riesco ad ascoltare un disco di De Andrè e contemporaneamente leggere le poesie di Montale!
    Quando leggo e quando scrivo, spesso cerco musica strumentale di vario genere, o comunque non italiana da non sovrapporre parole ad altre parole. Questo non penso sia un effetto della tecnologia, piuttosto un retaggio adolescenziale, quando studiavo nella mia camera con la radio a tutto volume. I mezzi erano diversi, non potevo sempre scegliere e se Battisti cantava mentre dovevo ripetere Diritto o Economia era un bel casino! Per merito della teconologia ora posso scegliere, ora ho un lettore cd nel computer se scrivo, o le cuffie se leggo. Quanto invece al discorso di ascoltare quello che l'autore mi suggerisce per una completa comprensione del testo, diciamo che non mi trova molto disponibile e parzialmente curiosa. Quindi se con le nuove tecnologie di lettura mi trovassi ad avere incorporata anche la musica o le immagini, non credo che ne sarei contenta. Vorrei difendere la libertà di pasticciare e mescolare da sola.

    RispondiElimina
  11. Allora non so cosa sta succedendo, ma è il secondo commento che mi viene cancellato. Adesso non scrivo più

    RispondiElimina
  12. Io vedo entrambi i tuoi commenti, Stella... o ne avevi scritti altri?

    RispondiElimina
  13. A proposito di mescolanza (che mi sembra proprio una bella pratica) e di scrittura collettiva, tempo fa avevo postato un racconto "di scuola" e Stella aveva lanciato l'idea di riscriverlo, dal punto di vista degli alunni. Poi non se n'è fatto più nulla, ma secondo me potrebbe essere un bel tentativo di scrittura collettiva... se vi va di provare, potete ripescare il mio racconto nel blog (propongo quello non perché io pensi che sia un racconto di gran valore, ma dato il suo impianto, si presta bene...)

    RispondiElimina
  14. Molto bene: ecco il commento. Per cominciare sono sempre molto diffidente nei confronti delle novità tecnologiche per il fatto che prima di capire come funzionano e saperle usare passano anni e a volte non bastano (vedi pc), ma non ho niente contro quello che rende la vita più comoda. Personalmente al momento non comprerei un e-book ( che a malapena so cos'è )non per motivi romantici legati all'odore della stampa, ma semplicemente perchè IL LIBRO mi piace e mi piace anche vederlo nella libreria insieme con i suoi fratelli con i quali, forse di notte, gareggia per qual è la copertina più bella. Detesto i libri usati proprio perchè "usati" così come non mi piace il quotidiano già sfogliato da altri. Non mi piace andare in biblioteca perchè associo la faccenda alle fatiche universitarie e poi non c'è intimità mentre potrei passare interi pomeriggi in libreria. Quanto poi alla scrittura colletiva boh? Bisognerebbe provare. Ciao a tutte. Carla.

    RispondiElimina