“Siamo un paese senza memoria: il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo con le sue contorsioni, le sue conversioni.” Lo scriveva Pasolini sul Corriere della Sera.
Voci Nel Deserto è un’iniziativa nata da un’idea di Marco Melloni (autore televisivo di alcuni programmi RAI fra cui “Parla Con Me” e “Bulldozer”), il quale ha sentito l’urgenza, in un momento in cui le coscienze sembrano assopite, di risvegliarle attraverso il “recupero” di scritti, frasi, articoli di altre persone famose. Ecco perché si parla di “raccolta differenziata della memoria”.
Sentiamo che quanto sta o NON sta accadendo, dal punto di vista politico, sociale, culturale, economico, etc., non ci piace e ci sembra che abbiamo bisogno, tutti, di ricordarci che si può fare qualcosa per cambiare; o di farlo sapere a chi, preso da altre cose, non si cura di quando gli sta accadendo intorno perché pensa che la cosa non lo riguardi. Sembra che ci sia una sorta di imbarbarimento. Le manifestazioni di tutto questo non mancano, basta aprire un giornale o seguire un TG, per rendersene conto.
Voci Nel Deserto, attraverso il recupero di oltre 250 “frammenti di libertà di pensiero”, serve a ricordare che scrittori, giornalisti, filosofi, etc., avevano già predetto che alcune cose sarebbero accadute oppure ci hanno avvisato che certe modalità, certe azioni possono diventare pericolose e ledere la nostra libertà, prima o poi.
VND è nato a Roma dove viene portato avanti, solitamente, da attori. Nella provincia di Rimini le voci sono (e possono essere) quelle di tutti. Riteniamo, infatti, che sia giusto che queste voci circolino anche e specialmente fra la gente, ed è per questo che noi che, per lo più, non siamo attori ma persone comuni, abbiamo deciso di avventurarci in questo progetto, progetto per il quale abbiamo già fatto due serate a Rimini, una a maggio, l’altra il 16 ottobre di quet’anno, che hanno riscontrato il favore del pubblico. Prossimamente ci sposteremo nei vari comuni della provincia e forse anche fuori da questi limiti. Ci piacerebbe arrivare anche nelle scuole.
Il gruppo riminese, inoltre, è anche molto attivo nel ricercare nuovi frammenti da aggiungere, da leggere, da diffondere e chiunque può farlo.
Per ulteriori informazioni:
video su Youtube cercando Voci Nel Deserto Rimini
su Facebook cercare Voci Nel Deserto.
Per quanto mi riguarda, è stata un'esperienza molto bella. Non solo per il fatto di trovarmi con amici... amici anche coloro che non conoscevo prima, perchè da subito si è stabilita una grande sintonia e concordanza di intenti. Ma anche per la sensazione di fare qualcosa di buono e di utile per quelle persone che, come me, come noi, non vogliono che tutto ciò che ci ha preceduto, siano i fatti, i pensieri, gli uomini e le donne, diventino vaghi ricordi senza troppa importanza.
RispondiEliminaLa sensazione che ho avuto, mentre leggevo e mentre, seduta in mezzo al pubblico, ascoltavo i miei compagni, era che si fosse creata un'unica lunghezza d'onda. E in quella lunghezza, viaggiassero i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Gli applausi che abbiamo ricevuto non erano rivolti a noi che leggevamo. Ma alle parole che avevamo letto. Agli autori di cui ci eravamo fatti portavoci. Quando raffaella ha letto la poesia di Alda Merini in onore di Giovanni Falcone, per esempio, l'applauso che ne è seguito è stato lungo ed intenso. E questo proprio perchè Falcone e Borsellino sono ancora nel nostro cuore. Abbiamo solo bisogno di qualcuno che ce lo ricordi.
E lo scopo di Voci Nel Deserto, secondo me, è anche questo.
Al primo appuntamento di Voci Nel Deserto ero tra il pubblico. Mi è piaciuto veramente molto. Quello che apprezzo è il coraggio che di questi tempi è merce rara, tutti così impegnati a salvaguardare il proprio orticello o a guardare il proprio ombellico. Il coraggio di ricordare a tutti quello che troppo facilmente ci si dimentica, il coraggio di alzarsi in piedi e leggere parole scritte tanto tempo fa che paiono uscite dal cervello o dal cuore di un uomo di questo tempo. Non c'è la pretesa di cambiare le cose che non vanno bene nel nostro tempo, ma l'ambizione di rubare un'ora alla nostra frenetica quotidianità per ascoltare i pensieri di chi ha vissuto con attenzione prima di noi. E anche se quando ti alzi lo sai che non puoi cambiare niente, sicuramente sarà difficile fingere di non sapere.
RispondiEliminaQuest'anno mi sono lasciata contagiare da questo coraggio e ho letto anche io(brevi pensierini!)Stare dall'altra parte è stato potente, la sala era piena di gente con una attenzione silenziosa e concentrata.
Per il prossimo appuntamento è probabile che mi risieda tra il pubblico per ascoltare, comunque sicuramente ci sarò.
Stella.
Io credo che il fatto stesso di ricordare cambi le cose, perché comincia a cambiare le persone. Qualche anno fa sono stata molto colpita, ad una conferenza di una sopravvissuta di Auschwitz, che diceva che il suo grande timore era che, una volta che fossero morti tutti i sopravvissuti, la gente avrebbe smesso di credere a quello che era successo. Io ho sempre studiato la storia con grande passione e mi sembrava impossibile che questo potesse accadere, ma sempre più spesso mi trovo di fronte alla dimostrazione che la "perdita di memoria" è un processo (o forse un'operazione pianificata?) già in atto. Senza memoria, però, ci appiattiamo alla sola dimensione del presente e, quel che è più grave, lasciamo spazio alla manipolazione della realtà. Perciò, ben vengano le iniziative come questa. Solo la consapevolezza di avere un passato ci può consentire di costruire un futuro.
RispondiEliminaSono d'accordo sull'importanza della memoria storica, è fondamentale sapere, ricordare. Vivere senza conoscere il passato è un po' come vivere senza radici, ben venga quindi una simile iniziativa. A questo proposito, anche per non eccedere nella demonizzazione del mezzo televisivo, Rai Storia propone ogni giorno documentari e inchieste molto interessanti sulla storia del 900, sia quella a noi più vicina che quella un po' più lontana nel tempo e devo dire che sono molto interessanti.
RispondiEliminaDi Voci nel Deserto sono stata una lettrice. Avevo appena intuito il potenziale di una iniziativa così essenziale, ma devo ammettere che partecipare come lettrice è stato grandioso. Perchè mi ha inaspettatamente permesso di iniziare a conoscere persone di cui mi sono innamorata a prima vista, autori sottovalutati, testi mai trovati prima, punti di vista inesplorati, ed è qualcosa di molto più profondo e coinvolgente del semplice alzarsi in piedi e leggere una frase davanti ad un pubblico più o meno gremito. L'effetto più inaspettato, però, l'ho realizzato in seguito: sono diventata più ricettiva nei confronti di quello che leggo. Invitata con le altre Voci ad arricchire l'archivio con nuovi testi, ho iniziato a leggere quello che leggevo quotidianamente con una sensibilità diversa, più acuta, orientata a cercare nelle parole la portata profetica, protesa a individuarne una certa universalità. Qualcosa ho trovato: la Scuola di Barbiana, una pagina di Balzac. Ma vi assicuro che leggere a voce alta, in quel contesto, i brani che avete cercato, trovato e amato senza riserve, è un'esperienza decisamente rivoluzionaria.
RispondiEliminaE spero davvero che chi ora mi legge voglia leggere qualcosa a voce alta, al prossimo appuntamento, insieme a noi.