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venerdì 19 agosto 2011

“Nel bosco di Aus” - Chiara Palazzolo



Ammetto di avere poca fantasia: dopo una recensione su una raccolta di racconti con protagonisti dei vampiri, non trovo nulla di meglio che scegliere un libro dove si narrano le gesta di una strega. Forse è perchè, pur alla mia ragguardevole età, non ho mai smesso di sentirmi una fanciullina che legge nascosta sotto il lenzuolo con la pila accesa. Forse perchè il romanzo di Chiara Palazzolo è qualcosa di più – e qualcosa di meglio – di una semplice storia fantasy e, secondo me, merita che lo si guardi con occhio attento.

Sbirciando nella rete, ho trovato tante definizioni per qualificare il genere di appartenenza di questo romanzo. “Gotico” e “Neogotico” sono forse quelle che gli si avvicinano di più. Perchè del gotico “Nel Bosco di Aus” ha tutta l'inquietudine e la malia, anche se l'ambientazione  – una pacifica cittadina del sud, una famiglia “bene” con gli oneri e gli onori conseguenti  – è quanto di più lontano dalle premesse del gotico più classico.
Insomma, qui non c'è un castello con un losco segreto. Non del tutto almeno. E non c'è una protagonista impavida ed innocente. Non completamente, almeno. Ma il soprannaturale, quando entra a muovere le trame e a confondere le prospettive, ha tutta la cupa imprevedibile bellezza del più puro romanzo del terrore.
La storia è come un nastro, che a tratti si arrotola e si aggroviglia. La protagonista, Carla, è un personaggio molto sfaccettato, non priva di contraddizioni, a tratti francamente antipatica ed incomprensibile. Non è una vittima in senso stretto. E' connivente. Lo capisci dall'inizio. Da quel suo modo sghembo e poco sincero di affrontare la vita. Ma al tempo stesso è una eroina senza macchia e senza paura, che di fronte alla prospettiva del male – quello vero, quello assoluto – che minaccia la sua famiglia, sa tirare fuori da se stessa e dalle sue debolezze una forza che lei per prima non sospettava di possedere.
Lo stile forse non è “alto” ma è molto curato e con un grande impatto. Le parole non sono messe a caso. L'effetto finale è quello di una narrazione che ti avvince, a cui perdoni anche le piccole ingenuità perchè la storia, la storia ti trascina e ti porta con sé, volente o nolente.
L'incipit è potente: una specie di elastico che si tenderà e si allenterà più volte, nel corso della narrazione, fino al finale, lo scontro epico che rimetterà le cose a posto ma NON nel modo esatto in cui erano inziate.
Perchè nel bosco tutti hanno trovato la loro nemesi ed il loro riscatto. Tutti, senza eccezioni.
 Consiglio questo romanzo agli amanti del genere ma anche a chi vuole, semplicemente, confrontarsi con qualcosa di  inquietante. Garantisco che la Signora, di suspance se ne intende.
 Un'unica controindicazione. Dopo aver letto “Nel bosco di Aus” non sarete più così   propense ad accettare l'invito ad una partita a burraco in compagnia... 

Francesca Mairani

1 commento:

  1. Ma come fa a essere gotico il burraco?
    Comunque io che non amo il genere sono rimasta incuriosita soprattutto dal fatto che sia una scrittrice italiana. Quindi niente paranoia da traduzione, ma tutta farina del suo sacco. Forse ci darò una sbirciatina
    Stella

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