Benvenuti in Letteratura e dintorni!

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Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


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giovedì 13 gennaio 2011

I Libri e le città – di Antonella Falvella (suggerito da Francesca)

.......ma la cosa peggiore di tutte, è quando rileggi un libro che hai amato e di cui ricordi, più che le pagine, le emozioni quasi tattili che ti ha trasmesso, e non le ritrovi più, come se il libro fosse un altro, come se fossero svanite..., consumate dal tempo, o sciolte dall'umidità, o frantumate dall'eccessiva secchezza dei fogli; e invece, ovviamente, sei tu che sei cambiata, non necessariamente in peggio, ma senti che qualcosa lo hai perduto veramente per sempre, come stanze di cui conservi memoria che sono state murate.
E che dire di quando invece ti accorgi che il libro è cambiato insieme a te, che è come camminare su una strada che percorri spesso ed accorgerti di un portone scolpito, di una finestra sempre chiusa che oggi è aperta, di un negozio a cui non hai mai fatto caso e che oggi offre in vetrina qualcosa di goloso e desiderabile come uno scialle morbido in pieno inverno. O magari le emozioni sono le stesse, ma semplicemente ora "capisci" di più, perché in fondo si capisce veramente solo quello di cui si è fatta esperienza...
Simili a certi libri, e tu capirai benissimo, sono per me le strade di Bologna, coi loro angoli oscuri, gli sprazzi improvvisi di luce, un raro albero inaspettato, gli studenti, l'accademia, il teatro e quei bar come esplosioni di caldo voci luce, colori dopo il virato in seppia della strada fredda. La prima è stata una Bologna più silenziosa, con la nebbia sotto i portici, e insieme una Bologna urlata e rabbiosa, ma giovane e antichissima insieme. L'ho letta e riletta in varie età e, al contrario di Firenze, mi è sempre venuta incontro, mi ha sempre offerto qualcosa, e dietro un angolo ho spesso intravisto una me precedente camminare sicura, e ho sorriso. Ma ora non so se ho voglia di aprire la copertina strappata della Stazione e sfogliare le vie ad una ad una, perché ho paura che sia come un libro riscritto da un'altro autore, il remake di un film con nuovi attori e nuovi sfondi.

Insomma i libri e le città, a loro chiediamo di raccontarci ciò che non abbiamo visto e ciò che ogni giorno vediamo in modo differente, di essere un punto focale là dove ci siamo distratti, uno sfondo nel quale possiamo inserirci senza cromakey e per un attimo, o un giorno, perderci.

4 commenti:

  1. Antonella è una mia carissima amica. Si "chiacchierava" di libri, ed è venuto fuori questo. Le ho chiesto il permesso di postarlo perchè lo trovo molto poetico, oltre che molto vero.
    Ci sono libri che davvero "crescono con te", che riconosci anche dopo molti anni, molti cambiamenti, molta acqua passata sotto i ponti.
    E allora accorgersi che ci sono è come ritrovare vecchi amici. O - e il paragone mi piace tantissimo - strade di una città dove ci si è sempre sentiti accolti e benvenuti.
    Poi, per noi, Bologna è un mondo a parte. Ma questa è un'altra storia... :)

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  2. Però anche se accostare libri a città sia una bella immagine, penso che è più facile che ti deludano i libri piuttosto che le città. Anche se il senso di "non ritrovarsi" a volte è proprio uguale. Penso a mia mamma, meridionale verace, che è venuta al nord per amore. Ha trascorso più tempo qui che là. Una delle ultime volte mi ha confessato con incredulità che non ci si ritrovava più, le strade non erano più le stesse? le pareva di riconoscere qualcosa ma subito dopo doveva ricredersi. A me pareva normale, ma a lei no.
    Così come non avrei mai pensato che rileggendo Siddartha non mi ritrovassi più.

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  3. Confesso che non mi è capitato spesso di non ritrovarmi più in un libro, se lo avevo davvero molto amato, anzi periodicamente ne rileggo qualcuno e mi rendo conto che scopro qualcosa che magari ad una lettura precedente non avevo colto o avevo solo vagamente intuito. Ma questo succede naturalmente solo con i grandi capolavori, che sono libri "per tutte le stagioni".

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  4. Ci sono libri che appartengono al passato, come quel vecchio maglione pieno di ricordi che non si ha il coraggio di buttar via, o quella fotografia di una gita scolastica insieme a persone poi perse di vista. Ecco, nei confronti di questi libri provo molta tenerezza, per questo li conservo, mi scaldano il cuore.
    Poi ci sono quei libri che, pur avendoli letti più di una volta, mi regalano ad ogni nuova lettura qualcosa in più. Questi ultimi sono quelli che sono cresciuti insieme a me e come me sono cambiati, rimanendo sempre attuali. Forse la differenza tra un grande libro e un libro "normale" sta proprio in questo.

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