Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.
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venerdì 22 ottobre 2010
L'egemonia sottoculturale - l'Italia da Gramsci al gossip (suggerito da Barbara)
Questa sera alla biblioteca di Bellaria- Igea Marina:
A causa di impegni improrogabili con Uniaperta non potrò essere a Bellaria questa sera, però trovo che la riflessione sull'egemonia sottoculturale sia un argomento interessante di discussione, su cui potremmo dire la nostra anche qui sul blog. Personalmente mi pare che sia evidente un adeguamento generalizzato ad una sottocultura televisiva nazionalpopolare o peggio, testimoniata dall'audience che oggi riscuotono certi programmi televisivi e dallo scimmiottamento, da parte della gente comune, di atteggiamenti proposti dai media che definirei di dubbio gusto, per non usare termini più forti. Come educatrice, mi chiedo spesso quanta parte di responsabilità abbiamo nella diffusione o nel mancato contrasto di questi modelli culturali. Sono certa che una buona parte di colpa sia nostra, ma allo stesso tempo fatico a capire quali possano essere le modalità per invertire la tendenza.
A proposito della giusta riflessione fatta da Lorella sulla sottocultura televisiva, vorrei proporvi un piccolo frammento tratto da: MENO LETTERATURA, PER FAVORE! di Filippo La Porta Ed. Bollati Boringhieri "Vorrei subito sottolineare, scomodando un classico, la differenza tra letteratura e reality show. A un certo punto dell'Inferno Dante definisce la sua stessa opera: è un «ver c'ha faccia di menzogna», un artificio, che però - questo è il punto - dice la verità. Mentre il reality show è, parafrasando Dante, «La menzogna c'ha faccia di vero», ossia una finzione che si presenta come vera ma che dice una bugia. Nel reality show infatti uno è invitato a recitare se stesso, ma l'autenticità recitata non è più tale. Si censura la parte di sé opaca e depressa. O meglio: anche la depressione deve diventare - entro quel format - spettacolare, dotata di glamour. Si potrebbe dire: il reality televisivo, che pure accoglie l'intera gamma dell'emotività dei suoi protagonisti, non riesce a dare cittadinanza al tragico (né questa cittadinanza potrebbe dargliela la cultura di massa, gratificante e pervasiva). E sappiamo che eliminando il tragico - o esorcizzandolo attraverso la sua spettacolarizzazione - non si può dire alcuna verità significativa sulle cose."
Anch'io sto leggendo il saggio citato da Barbara, "Meno letteratura, per favore!" di Filippo La Porta e lo trovo davvero illuminante. In alcuni punto è anche piuttosto inquietante, dato che riflette sull'approccio alla lettura delle "masse". Mi riprometto di postarne un brano, prima o poi...
A causa di impegni improrogabili con Uniaperta non potrò essere a Bellaria questa sera, però trovo che la riflessione sull'egemonia sottoculturale sia un argomento interessante di discussione, su cui potremmo dire la nostra anche qui sul blog. Personalmente mi pare che sia evidente un adeguamento generalizzato ad una sottocultura televisiva nazionalpopolare o peggio, testimoniata dall'audience che oggi riscuotono certi programmi televisivi e dallo scimmiottamento, da parte della gente comune, di atteggiamenti proposti dai media che definirei di dubbio gusto, per non usare termini più forti. Come educatrice, mi chiedo spesso quanta parte di responsabilità abbiamo nella diffusione o nel mancato contrasto di questi modelli culturali. Sono certa che una buona parte di colpa sia nostra, ma allo stesso tempo fatico a capire quali possano essere le modalità per invertire la tendenza.
RispondiEliminaA proposito della giusta riflessione fatta da Lorella sulla sottocultura televisiva, vorrei proporvi un piccolo frammento tratto da:
RispondiEliminaMENO LETTERATURA, PER FAVORE!
di Filippo La Porta
Ed. Bollati Boringhieri
"Vorrei subito sottolineare, scomodando un classico, la differenza tra letteratura e reality show. A un certo punto dell'Inferno Dante definisce la sua stessa opera: è un «ver c'ha faccia di menzogna», un artificio, che però - questo è il punto - dice la verità. Mentre il reality show è, parafrasando Dante, «La menzogna c'ha faccia di vero», ossia una finzione che si presenta come vera ma che dice una bugia. Nel reality show infatti uno è invitato a recitare se stesso, ma l'autenticità recitata non è più tale. Si censura la parte di sé opaca e depressa. O meglio: anche la depressione deve diventare - entro quel format - spettacolare, dotata di glamour. Si potrebbe dire: il reality televisivo, che pure accoglie l'intera gamma dell'emotività dei suoi protagonisti, non riesce a dare cittadinanza al tragico (né questa cittadinanza potrebbe dargliela la cultura di massa, gratificante e pervasiva). E sappiamo che eliminando il tragico - o esorcizzandolo attraverso la sua spettacolarizzazione - non si può dire alcuna verità significativa sulle cose."
Anch'io sto leggendo il saggio citato da Barbara, "Meno letteratura, per favore!" di Filippo La Porta e lo trovo davvero illuminante.
RispondiEliminaIn alcuni punto è anche piuttosto inquietante, dato che riflette sull'approccio alla lettura delle "masse".
Mi riprometto di postarne un brano, prima o poi...