PENSIERI DI FINE ESTATE (di Stella)

Che poi sia finita l'estate mi piacerebbe sapere chi lo dice.
Quello che finisce sono le ferie, il tempo disponibile per fare le cose che negli altri periodi non si fanno. Ma questo non ha niente a che vedere con la fine della stagione estiva o bella stagione che dir si voglia.
A sedici anni mi ricordo che al primo temporale di agosto, che di solito arrivava dopo il ferragosto a segnalare che qualcosa nelle temperature sarebbe cambiato, indossavo di nuovo i jeans lunghi e mi scappava un sospiro di sollievo.

Era finita, anche per quell'anno era finita. Ero passata attraverso l'estate senza troppi dolori, divertendomi nonostante tutto. E non lo dicevo a nessuno ma ero contenta che fosse finita, la stessa contentezza che d'altra parte avevo quando era finalmente cominciata.
Qualcuno una volta mi ha fatto riflettere sul tempo degli uomini e sul tempo della natura. Il primo è una linea retta, si va semplicemente dalla nascita alla morte, cercando di fare il meglio che si può. Il secondo, il tempo della natura è invece circolare, ritorna ogni volta. Quindi noi andiamo avanti mentre tutto in realtà gira. Non è poi così facile!
E' per questo banalissimo motivo che abbiamo tante fine estate da ricordare più o meno
piacevolmente.
Ora però succede che in un agosto come questo non si ha proprio la sensazione che qualcosa stia finendo, anzi che non abbia nessuna intenzione di finire. Così mi sento spiazzata dal mio tempo che dice che bisogna rientrare al lavoro e quello che vedo dalla finestra che mi invita a bagni in spiaggia e chiacchiere sotto l'ombrellone.

Che la circolarità delle stagioni abbia preso la forma un po' ellittica? Con allungamenti e indugi cui non siamo pronti?

A fine agosto di solito ho voglia di cambiare, di chiudere le finestre, di rallentare ma soprattutto avrei voglia di quegli acquazzoni che mi facevano indossare i jeans  lunghi e tirare un sospiro di sollievo.

Stella Manduchi