esigono la capacità di emozione intelligente, il desiderio di comprendere l’altro e di avvicinarsi a un linguaggio diverso da quello delle nostre tirannie quotidiane”.
“Sogna il giorno in cui la rottura dell’incantesimo del best seller lascerà spazio al lettore di talento. (…) Ritiene che se si pretende talento da un editore letterario o da uno scrittore, lo si deve pretendere anche dal lettore”.
“Un tempo il lettore attivo non era affatto raro. Le persone che leggevano Joyce, Proust, Faulkner, erano tantissime, a dispetto di quello che oggi esiste ancora ma sta scomparendo, rimpiazzato da un lettore passivo. Il lettore attivo partecipa al libro, lo completa, e aiuta l’autore con la propria intelligenza, contribuisce in maniera concreta alla buona riuscita del libro stesso. Perché dentro ci mette il proprio sapere e la propria esperienza. Entra in contatto, e spesso anche in contrasto diretto con l’autore, con l’opera che ha scelto di avere tra le mani”.
Tratto da: “Scrivo per una grande minoranza”
intervista di Andrea Bajani a Enrique Vila- Matas (D la repubblica 21 agosto 2010)
Enrique Vila- Matas è uno dei più grandi scrittori del mondo. Nel suo paese, la Spagna, è idolatrato, in Francia è oggetto di devozione. Ma in Italia è ancora – ingiustamente - considerato scrittore di nicchia. “Bartleby e compagnia” è il romanzo che l’ha fatto conoscere al grande pubblico.
Consigli per lettori veri dall’uomo che leggeva i libri a Borges.
Alberto Mangueul segnala un delitto: l’attacco alla cultura da parte del consumismo. Anche editoriale. (Il venerdì di Repubblica del 13 agosto 2010)
Il vero lettore è anticonsumatore. Un tipo lento. Abbastanza scettico, razionale o intelligente da chiedersi: “A che serve tutta questa velocità? È utile? È giusta?”. E così tra le domande, inceppa l’ingranaggio industriale. Si può essere grandi lettori anche leggendo nella vita un solo libro.
Pierina
Pensando al tuo post, Pierina, mi è venuta in mente questa poesia di Wislawa Szymborska:
RispondiElimina"Del non leggere" - Wislawa Szymborska
In libreria con l'opera di Proust
non ti danno un telecomando,
non puoi cambiare
sulla partita di calcio,
o sul telequiz con in premio una volvo.
Viviamo più a lungo,
ma con minor esattezza
e con frasi più brevi.
Viaggiamo più veloci, più spesso, più lontano
e torniamo con foto invece di ricordi.
Qui sono io con uno,
là, credo, è il mio ex.
Qui sono tutti nudi,
quindi di certo in spiaggia.
Sette volumi - pietà.
Non si potrebbe riassumerli, abbreviarli
o meglio ancora mostrarli in immagini?
Una volta hanno trasmesso un serial, La bambola,
ma per mia cognata è di un altro che inizia con la P.
E poi, tra parentesi, chi era mai costui.
Scriveva, dicono, a letto, per interi anni.
Un foglio dopo l'altro,
a velocità ridotta.
Noi invece andiamo in quinta
e - toccando ferro - stiamo bene
P.S.
Detto questo pure io con Proust non vado a braccetto, ne ho letto un libro e mezzo e mi sono arresa :-)
Barbara
Non conoscevo questa poesia, ma, caspita, riassume davvero il modo di vivere di oggi! Quanto a Proust, neanch'io l'ho letto, ma devo confessare che, durante i miei studi, ho sviluppato una certa antipatia (a pelle, assolutamente ingiustificata dal punto di vista letterario) verso alcuni autori e Proust non è uno di quelli che mi stavano simpatici. ;)
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