Benvenuti in Letteratura e dintorni!

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Università aperta Giulietta Masina e Federico Fellini ha sede a Rimini e si occupa da anni di educazione permamente per un pubblico vasto e variegato per età, inclinazioni e interessi. Questo blog è dedicato in particolare a tutti coloro che frequentano, hanno frequentato o vorrebbero frequentare i nostri corsi di scrittura ma anche a tutti coloro che amano leggere, scrivere, confrontarsi su argomenti letterari.


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domenica 24 luglio 2011

QUEL GIARDINO ERA SEMPRE DAVANTI - di Wilma Talacci


Quel giardino era sempre davanti a lui ogni volta che usciva di casa: lo tormentava  quella recinzione così alta e inavvicinabile, di ferro battuto color antracite. Eppure c’era un grande andirivieni di automobili di lusso e lui era curioso di vedere cosa succedesse là dentro: così  decise di scavalcare quel cancello,anche se sua madre glielo avrebbe proibito se l’avesse saputo.
Era così caldo quel pomeriggio, a quell’ora nessuno si sarebbe aggirato per quei vialetti, in lontananza si sentivano delle grida di bambini che facevano i tuffi in piscina:beati loro che avevano quel refrigerio a portata di mano,non tutti si potevano permettere tale lusso.
Scavalcò a fatica quell’interminabile cancellata, poi quando fu in cima restò a bocca aperta: una distesa di alberi si perdeva all’infinito,  fiori di tutti i colori erano ai margini delle aiuole che seguivano il percorso di un lungo viale che portava sicuramente all’abitazione,anche se da quel punto non si vedeva niente altro che verde.

A quel punto incominciò la discesa, non era facile, ma la sua agilità gli permetteva di fare cose che per altri sarebbero state impossibili. A fatica raggiunse il terreno, si guardò intorno e vide che nessuno poteva accorgersi di lui:era completamente circondato dal verde.
L’edera aveva circondato ogni cosa,si era impossessata di quei vialetti tortuosi, rendendo difficile camminare fuori dal viale principale, quello che sicuramente portava all’ingresso dell’abitazione.
C’erano alti castagni , tigli enormi,querce che intrecciavano i loro rami con cespugli giganteschi. Le radici uscivano dal terreno pronte a fargli lo sgambetto, tutto aveva una parvenza di trascuratezza. Camminò nel verde, ormai la curiosità si era fatta strada in lui, voleva arrivare a vedere l’abitazione:le voci si facevano sempre più vicine e si sentiva il vociare dei bambini.  Ad un tratto la vista di una casa smisurata si presentò ai suoi occhi:bassa , ricoperta  da un cespuglio verde e rigoglioso. Si avvicinò  con passo furtivo ad una delle finestre e andò a spiare l’interno: era spazioso come tutto in quel posto fantastico,l’arredamento riprendeva i gusti di quella famiglia che doveva avere viaggiato tanto. Alle pareti facevano bella mostra di sé teste di animali imbalsamati, tappeti persiani che ricoprivano parte del pavimento e una cascata di acqua scendeva da una parete della sala dando al luogo un aspetto selvaggio e nello stesso tempo di tanta pace. Si  allontanò cercando di raggiungere la piscina,nessuno l’ avrebbe notato, tanta era la gente che affollava quel luogo fresco e ospitale.
Forse la festa  stava finendo perché tutti abbracciavano una giovane  coppia : erano i padroni di casa. Solo due ragazzi  rimanevano in disparte sotto una palma, seduti sopra una panchina di vimini  si baciavano con trasporto  incuranti delle persone che avevano vicino.
Si vedeva che erano molto innamorati dall’atteggiamento e dai loro sguardi, sopra di loro il movimento delle larghe foglie li rinfrescava, anzi sembrava proteggerli
Poi ad un tratto si alzarono e cominciarono a danzare, una musica sensuale  che solo loro due avevano nel cuore. Le lunghe ombre della giornata che stava  per terminare si proiettava sulla pelle abbronzata dei loro visi, una pelle liscia e attraente.
Gli ultimi ospiti li guardavano incuriositi, ammirati dalla bellezza selvaggia della coppia, estranea a tutto quello che accadeva intorno a loro.
Anche lui era come ipnotizzato dalla loro bellezza e avrebbe voluto avvicinarsi per poterli toccare, ma non poteva,  doveva continuare a stare nascosto, altrimenti l’ avrebbero sicuramente buttato fuori.
Casualmente si trovò vicino al buffet , era ancora stracolmo di mille golosità : allungò la mano e si versò del succo d’arancio, prese dei tramezzini ,se li mise voluttuosamente in bocca, assaporandoli estasiato.
Pensava alla sua misera casa e al suo pranzo: quello che gli cucinava la mamma era tutto molto semplice, senza tante pretese.
Ogni tanto sognava la ricchezza e pensava che la miseria esiste. Ma il rimedio  da chi dipende? Pensò. La mamma lavorava tanto che sarebbe dovuta essere ricchissima, ma non dipendeva nemmeno dal lavoro pesante,  pensava, invidiando tanto benessere.
In quel momento si nascose dietro un albero perché si stava avvicinando un domestico per sistemare il buffet in disordine.I due innamorati si mostravano un anello : con la fronte accostata, e un parlare fitto fitto.
La ragazza muoveva garbatamente la sua chioma bruna , quando si staccava dal viso del ragazzo e lo guardava con occhi visibilmente turbati.
D’altra parte anche il ragazzo non era da meno: si vedeva perfettamente che era in cerca costantemente degli occhi di lei.
Il domestico continuava indisturbato a sistemare i tavoli e per lui era arrivato il momento di ritornare da dove era venuto, altrimenti sarebbe stato scoperto sicuramente .
Come un gatto si allontanò da quel luogo, con una serie di lunghi zigzag per evitare qualche brutta caduta. 
Le ultime risate si spegnevano in lontananza , ma lui ebbe un attimo di rabbia e lacrime abbondanti cercarono di calmare la sua ira.
Saltò sulla cancellata, la scavalcò e scese dall’altra parte: si ritrovò a correre verso casa, quasi liberato da quella che era stata sempre la sua ossessione.
 La sua anima  si era liberata di un grosso peso e ringraziava quelle lacrime consolatrici.

2 commenti:

  1. Non ho capito il finale. Perché è arrabbiato?

    manuela

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  2. Bel racconto, descrizione dura e spietata del momento in cui il bambino diventa un uomo, e si rende conto del peso effettivo dei sogni.

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